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Nucleare in Italia: metà degli italiani favorevoli a nuove centrali. Ecco chi voterebbe sì

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Nucleare in Italia: metà degli italiani favorevoli a nuove centrali. Ecco chi voterebbe sì

Un sondaggio condotto da Swg in occasione della VI edizione di iWeek rivela che il 48% degli italiani è favorevole alla costruzione di nuove centrali nucleari in Italia, mentre il 24% si dichiara contrario. Tra i favorevoli, il 21% voterebbe “sicuramente sì”, mentre il 27% “probabilmente sì”. Tuttavia, quasi un italiano su tre (28%) rimane indeciso, evidenziando un bisogno crescente di informazione sull’energia nucleare e le sue potenzialità.

Chi è favorevole al nucleare?

  • Uomini: 57% favorevoli.
  • Residenti nel Nord Ovest: 57% favorevoli.
  • Abitanti di piccoli centri: 55% favorevoli.

La maggioranza degli italiani ritiene che opere autorizzate e sicure, come centrali nucleari o depositi di stoccaggio radioattivo, non dovrebbero essere bloccate da proteste minoritarie (71%). Inoltre, il 79% considera la creazione della NewCo tra Enel, Ansaldo Nucleare e Leonardo una risposta adeguata alla crescente domanda energetica del Paese.

Perché il nucleare?

L’aumento della domanda di energia e l’urgenza di ridurre le emissioni di CO2 spingono verso un mix energetico che superi le fonti rinnovabili tradizionali. Il 45% degli italiani ritiene che eolico, fotovoltaico e altre fonti green non saranno sufficienti a coprire i bisogni energetici nazionali.

Tuttavia, il sondaggio evidenzia anche una scarsa conoscenza delle nuove tecnologie nucleari, come i reattori Smr (Small Modular Reactors) e Amr (Advanced Modular Reactors): tra il 54% e il 58% degli intervistati non ne ha mai sentito parlare.

Il ruolo del governo

Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha annunciato un disegno di legge delega per creare un quadro normativo che renda possibile la produzione di energia nucleare in Italia, sia da fissione che da fusione. Secondo il ministro, è fondamentale predisporre un sistema che eviti blocchi futuri per mancanza di enti certificatori o normative chiare. Il dibattito sull’energia nucleare in Italia sta evolvendo verso una maggiore accettazione, sostenuta dalla necessità di affrontare crisi energetiche, cambiamento climatico e dipendenza da fonti fossili. Tuttavia, è essenziale investire in informazione e formazione per superare le incertezze e preparare il Paese a un futuro energetico sostenibile.

Salvini: “No al nucleare figlio di ignoranza”

“Mi domando come si possa dire di no al nucleare nel 2024, un no figlio di ignoranza o malainformazione, oppure si ha un’azienda in Francia”. Così il vicepremier Matteo Salvini all’evento ‘Italia direzione Nord’ in corso a Milano. “L’Italia non può essere l’unico tra i pochi grandi paesi del mondo a dire di no al nucleare. Sono più di 120 i reattori nucleari che danno energia in Europa con un costo tra il 30 e il 50% piu basso in Francia rispetto in Italia”, afferma. “È come fare i 100 metri con uno che ti parte 20 metri davanti”, sottolinea. “Dire di no al nucleare è un suicidio ambientale ed economico, è la forma più green sicura e meno costosa a medio lungo termine”, continua.



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Monti (Edison): “Nucleare necessario, non bastano investimenti rinnovabili”

“Sono convinto che il nucleare sia necessario”. Lo ha detto il Ceo di Edison, Nicola Monti, a margine del convegno organizzato da Italia Direzione Nord “Persone che hanno qualcosa da dire”, in corso a Milano. Secondo Monti, gli investimenti in corso sulle energie rinnovabili non sono sufficienti perché si tratta di “fonti interrompibili che vanno complementate con fonti programmabili decarbonizzate” come la tecnologia nucleare e il sequestro e cattura della co2, su cui Edison “sta facendo studi di fattibilità”. “Dobbiamo essere aperti a tutte le tecnologie abilitanti la transizione sennò non arriveremo mai all’obiettivo” ha ribadito Monti.

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