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Parigi 2024: l’ombra dei cambiamenti climatici sulle Olimpiadi e lo sport

Parigi 2024: l’ombra dei cambiamenti climatici sulle Olimpiadi e lo sport

Mentre il mondo si prepara alle Olimpiadi di Parigi 2024, un’ombra crescente si aggira sulle competizioni sportive: il cambiamento climatico e i suoi effetti devastanti sulla salute. Non è solo una questione di record e medaglie, ma anche di come gli atleti e gli spettatori possano affrontare le condizioni sempre più estreme. A renderlo noto, un articolo sul sito del World Economic Forum.

L’estate scorsa, durante i Giochi Olimpici di Tokyo 2021, abbiamo assistito a scene che hanno fatto riflettere sull’impatto del calore estremo sugli atleti. Novak Djokovic, uno dei più grandi tennisti del mondo, ha descritto le condizioni come “le più difficili mai affrontate”, sottolineando la costante disidratazione e la sensazione di “avere pesi sulle spalle” a causa del calore e dell’umidità opprimente.



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Inquinamento della Senna: rischio per le Olimpiadi

Doveva essere una delle parti principali di Parigi 2024. Eppure, gli eventi di nuoto nella Senna potrebbero saltare a causa di problemi igienici nel fiume. Il presidente del comitato organizzatore francese Tony Estanguet ha ammesso che la sezione di nuoto del triathlon potrebbe essere posticipata o addirittura cancellata se i livelli di inquinamento rimarranno ancora troppo alti, come riferisce NBC. Infatti, un’analisi della Surfrider Fundation Europe ha riscontrato una grande presenza di batteri nel fiume, inclusi quelli “di origine fecale”, molto più alta dei limiti consentiti.

L’importanza di un approccio One Health

La salute degli atleti, tuttavia, è solo la punta dell’iceberg. Il cambiamento climatico sta influenzando drammaticamente la salute globale, colpendo in modo particolare i più vulnerabili: bambini, anziani, poveri e lavoratori all’aperto. In città come Delhi, l’estate porta con sé temperature insopportabili, costringendo i giovani a cercare sollievo in fiumi e laghi, rischiando così malattie e infezioni.

Il recente rapporto del Red Cross Red Crescent Climate Centre ha messo in evidenza come il calore estremo contribuisca alla diffusione di malattie trasmesse da vettori, come dengue, malaria e Zika, a causa dell’espansione degli habitat delle zanzare. Entro il 2050, si prevede che il cambiamento climatico causerà 14,5 milioni di morti e perdite economiche per 12,5 trilioni di dollari, con i paesi a basso e medio reddito che subiranno la maggior parte di queste perdite.

Per affrontare queste sfide, è fondamentale adottare un approccio One Health, che riconosca l’interconnessione tra salute umana, salute animale e salute ambientale. Questo approccio olistico è essenziale per sviluppare strategie di adattamento che possano mitigare gli impatti del cambiamento climatico sui sistemi sanitari globali.

Verso una resilienza climatica nei sistemi sanitari

Iniziative come il primo Heat Action Day, celebrato il 2 giugno, sono passi importanti per sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti devastanti del calore estremo. Tuttavia, è necessario fare di più. I sistemi sanitari devono essere ottimizzati per affrontare eventi meteorologici estremi, migliorare il monitoraggio globale delle epidemie e sviluppare piani di valutazione e risposta ai rischi, secondo il World Economic Forum.

Le Olimpiadi di Parigi 2024 rappresentano un’opportunità unica per portare queste problematiche al centro dell’attenzione mondiale. “Non solo dobbiamo garantire la sicurezza e il benessere degli atleti, ma anche utilizzare questo palcoscenico globale per promuovere azioni concrete contro il cambiamento climatico”, si legge nell’articolo.

Servono azioni immediate

La strada è chiara: dobbiamo agire rapidamente e con decisione. Ecco perché un approccio One Health globale e olistico è fondamentale per affrontare efficacemente le crisi sanitarie interconnesse amplificate dai cambiamenti climatici, con una forte attenzione alle strategie di adattamento per mitigare gli impatti sui sistemi sanitari globali, si legge nell’articolo apparso sul sito del World Economic Forum.

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