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Patto per l’aria dei bambini. Cosa deve fare la politica al più presto

Patto per l'Aria

Patto per l’aria dei bambini. Cosa deve fare la politica al più presto

A Montecitorio per il Patto per l’aria dei bambini e delle bambine. Il documento nasce per chiedere alla Politica di impegnarsi per garantire il diritto alla salute. A partire dai cittadini più piccoli, che sono i più vulnerabili all’impatto degli inquinanti atmosferici, dal concepimento fino all’adolescenza.

L’evidenza scientifica, da cui è nata l’esigenza del Patto_Aria_bambini e bambine, è stata presentata da tre esperte in materia. Si tratta di Valentina Bollati, EPIGET Lab – Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità dell’Università degli Studi di Milano. Oltre a lei Sonia Brescianini, epidemiologa dell’Associazione Italiana Epidemiologia, e Laura Reali, pediatra dell’Associazione Culturale Pediatri.



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Cittadini per l’Aria: urgente attivare politiche per proteggere i bambini

“I danni che le ricerche più recenti riportano devono indurre con urgenza  ad attivare politiche volte a proteggere i bambini e le bambine e le prossime generazioni – ha dichiarato Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’Aria -. Questo garantirebbe di nascere e crescere senza ipoteche che ne compromettano lo sviluppo e la salute. Migliorare la qualità dell’aria e, di conseguenza, la salute dei cittadini riducendo al contempo l’enorme costo sanitario e sociale dell’inquinamento atmosferico è possibile. Soluzioni che prescindono da riferimenti politici e che, viceversa, possono unire trasversalmente il nostro Paese per un obiettivo nobile ed imprescindibile. Garantire alle nostre bambine e ai nostri bambini un bagaglio di salute per il loro futuro.

Il costo sanitario dell’inquinamento

Per questo motivo abbiamo deciso di creare e promuovere il Patto per l’Aria dei bambini e delle bambine, sperando che venga firmato da tanti parlamentari. Cambiare passo non è solo una possibilità: è un dovere. Aderire al Patto è il primo passo verso politiche coraggiose che diminuiscano l’inquinamento dell’aria, soprattutto nelle grandi città.

Il Parlamento ha il compito di indirizzare le azioni a livello nazionale, regionale o locale, per proteggere la salute del futuro del nostro Paese che, oggi, è del tutto indifeso”.

I primi firmatari del Patto, tra cui alcune deputate neo-mamme. Chiara Braga, Eleonora Evi, Sara Ferrari, Marco Simiani (PD); Giulia Pastorella (Azione); Marco Grimaldi (Sinistra Italiana); Ilaria Fontana, Patty L’Abbate, Elisa Pirro (M5S).

I punti chiave del Patto per l’Aria e le richieste ai Parlamentari.

  • Essere portavoce del diritto di respirare aria pulita come declinazione dei diritti alla tutela della salute e ad un ambiente sano che discendono dalla nostra Costituzione.
  • Promuovere e proporre, ogni qualvolta possibile e in ogni politica, strumenti normativi e amministrativi e misure che contribuiscano a migliorare la qualità dell’aria;
  • Favorire la conoscenza in sede parlamentare del tema della qualità dell’aria e della sua connessione con la crisi climatica.
  • Proporre un piano di informazione della popolazione sul tema dell’ inquinamento atmosferico, dei suoi rischi e delle azioni utili a limitare l’esposizione.

Le prime reazioni della politica

“Respirare aria pulita dovrebbe essere un diritto di tutte e tutti – dichiara la deputata Eleonora Evi (PD) – , e dovrebbe essere garantito soprattutto a tutte le bambine e tutti i bambini.

Le possibili conseguenze dello smog sulla loro salute, già a partire dalla gravidanza, dovrebbero, infatti, suonare un forte campanello di allarme.

La presentazione del Patto per l’aria dei bambini e delle bambine è un segnale importante per sensibilizzare la politica. E chiedere ai rappresentanti dei cittadini di raccogliere gli appelli di pediatri e ricercatori e tradurli in azioni concrete per difendere la salute dei più piccoli”.

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Le mamme in politica in prima linea

“Da milanese e da madre di bambini molto piccoli – ha dichiarato Giulia Pastorella (Azione) – so bene quanto il tema della qualità dell’aria sia fondamentale e incida sulla vivibilità delle città e sulla salute dei cittadini.

Per questo oltre a impegnarmi nel Consiglio Comunale di Milano a trovare soluzioni che localmente possano affrontare questo problema, ho deciso di firmare il Patto. Auspico che questa consapevolezza diventi sempre più diffusa a tutti i livelli politici affinché si possa lavorare insieme a una soluzione.”

Esposizione all’inquinamento dell’aria in gravidanza

Diversi studi hanno dimostrato che l’esposizione all’inquinamento atmosferico durante la gravidanza è associata a un aumento del rischio di basso peso e prematurità alla nascita e di malattie cardiovascolari, problemi respiratori, alterazioni neuropsichiatriche e tumori in età adulta.

Gli inquinanti dell’aria possono attraversare la placenta e raggiungere il feto.

Studi recenti hanno rilevato la presenza di particelle di black carbon nella placenta umana, suggerendo che queste possano contribuire a effetti avversi sulla salute del feto fin dalla vita intrauterina.

Le ripercussioni su mamme e feto

“L’esposizione all’inquinamento atmosferico durante la gravidanza ha effetti profondi e complessi sulla salute della madre e del feto”. Lo ha spiegato Valentina Bollati, Epiget Lab, Dipartimento Di Scienze Cliniche e di Comunità, Università degli Studi di Milano.

“Le elevate concentrazioni di inquinanti atmosferici (e.g. PM, Black Carbon e NOX) nelle città italiane, dovute principalmente alle emissioni da traffico, rappresentano un rischio per le donne in gravidanza e i loro bambini. Ridurre l’esposizione a queste emissioni dovrebbe essere una delle prime azioni da intraprendere per diminuire il rischio e proteggere la salute materno-fetale. Servono misure di salute pubblica che migliorino la qualità dell’aria, il supporto a stili di vita sani, l’accesso a cure prenatali di alta qualità e la promozione di ambienti sicuri e salubri. Solo un approccio “olistico” esteso che consideri tutti gli aspetti del benessere materno e infantile può garantire una protezione adeguata e promuovere la salute delle generazioni future”. Ha concluso Valentina Bollati, Epiget Lab, Dipartimento Di Scienze Cliniche e di Comunità, Università degli Studi di Milano

Effetti dell’inquinamento dell’aria e salute dei bambini

I bambini passano gran parte del loro tempo in ambienti chiusi (casa, scuole/asili, impianti sportivi, scuolabus) e all’aperto (parchi giochi, giardini, cortili e strade vicino casa/ scuola), dove le concentrazioni di inquinanti atmosferici sono fortemente influenzate dalla vicinanza alle strade, dalla densità e dal flusso del traffico. Per questo motivo è necessario ottimizzare la viabilità creando “zone ad aria pulita” con restrizioni al traffico attorno alle scuole, agli ambienti incentrati sui bambini e durante le attività sportive, in modo tale ridurre l’esposizione a PM2,5 e NO2, i cui valori triplicano all’uscita delle scuola dove molti genitori si recano a prendere i bambini in automobile. Inoltre, bisogna aumentare il verde e gli alberi che riducono gli inquinanti atmosferici, proteggono dal sole, producono O2, assorbono CO2 e riducono le temperature. Le aree verdi offrono anche opportunità per l’attività fisica, lo stoccaggio dell’acqua e la conservazione dell’habitat.

I numeri dell’inquinamento in Italia

“L’inquinamento dell’aria colpisce tutti, ma i più vulnerabili sono i bambini, ha dichiarato Laura Reali, pediatra dell’Associazione Culturale Pediatri –. Si stima, infatti, che ogni anno in UE si verificano oltre 1.200 decessi di persone di età inferiore ai 18 anni a causa dell’inquinamento atmosferico.

L’Italia, e la pianura Padana in particolare, risultano costantemente sopra i limiti OMS 2021 per NO2, O3, PM10, PM2,5 e benzo(a)pirene.

La strategia di prevenzione a lungo termine più efficace per l’inquinamento dell’aria è quella di ridurre la produzione di energia da combustibili fossili. Questo ridurrebbe significativamente anche la crisi climatica e l’inquinamento da plastica.

Nonostante i lievi miglioramenti nella concentrazione di PM in Europa dal 2011 al 2020, la situazione dell’Italia rimane inadeguata, in particolare nella pianura Padana.

L’Europa mira a rispettare i limiti di qualità dell’aria dell’OMS entro il 2030, sembra ora il momento per l’Italia per affrontare l’inquinamento atmosferico e ripristinare città vivibili, efficienti, sane e a misura di bambino”.

Inquinamento atmosferico e salute psico-fisica negli adolescenti

“L’inquinamento dell’aria ha effetti diversi a seconda dell’età delle persone esposte e, per quanto riguarda gli adolescenti, ha un impatto significativo sul loro benessere psicofisico – ha spiegato Sonia Brescianini, epidemiologa dell’Associazione Italiana Epidemiologia – . Prevenire le malattie mentali nelle prime fasi della vita è fondamentale, dato che la metà degli adulti affetti da malattie mentali mostra segni e sintomi già a 11 anni, e il 75% entro i 24 anni. L’inquinamento atmosferico può aumentare il rischio di depressione riducendo le opportunità di attività all’aperto, stimolando le risposte allo stress e portando a ulteriore stanchezza e disagio emotivo.

Il PM2.5 in gravidanza; quali effetti

Esposizioni prolungate all’inquinamento atmosferico, in particolare al PM2.5, durante la gravidanza e l’infanzia aumentano la probabilità di sviluppare episodi psicotici e depressione in adolescenza e nella giovane età adulta. 

Esposizioni ad alti livelli di ozono peggiorano i sintomi di ansia e depressione in bambini e adolescenti seguiti longitudinalmente (età 9-13), a parità di livello socioeconomico, stress e altri fattori ambientali e familiari.

Un importante studio del 2022 di Armstrong Carter e colleghi riguardante gli effetti a breve termine, riporta che, indipendentemente da eventuali disturbi fisici, gli adolescenti hanno riferito un maggiore affaticamento il giorno dopo che i livelli di NO2 erano più alti”.

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