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Plastica, perché non agire ci costerà più che intervenire

Plastica, perché non agire ci costerà più che intervenire

Dal 25 novembre al 1 dicembre, a Busan (Corea del Sud), i rappresentanti di 175 Paesi si riuniscono per il quinto e ultimo round di negoziazioni su un trattato globale sulla plastica. La questione centrale è se includere o meno obiettivi vincolanti per ridurre la produzione di plastica. Mentre la scienza sottolinea l’urgenza di tagliare la produzione per mitigare i rischi ambientali e sanitari, alcuni governi temono ripercussioni economiche. Tuttavia, secondo recenti studi, la mancanza di azione potrebbe costarci molto di più rispetto a interventi decisi.



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Un costo ambientale e sanitario insostenibile

La produzione incessante di plastica sta generando danni con costi crescenti. Nel 2019, il settore ha contribuito al 5,3% delle emissioni globali di gas serra. Senza interventi, queste emissioni potrebbero triplicare entro il 2050. I microplastiche, ormai presenti nel 26% dei pesci marini, e le sostanze chimiche tossiche contenute nella plastica stanno creando una crisi sanitaria globale: solo nell’UE, si stima che 1,8 milioni di persone soffrano di patologie legate a queste esposizioni.

Il prezzo della plastica

Uno studio recente ha stimato i costi globali legati alla plastica tra il 2016 e il 2040:

  • Gestione dei rifiuti: tra 643 miliardi e 1,61 trilioni di dollari;
  • Danni agli ecosistemi: tra 1,86 trilioni e 268,5 trilioni;
  • Impatto sulla salute umana: tra 11,2 e 11,7 trilioni.

In totale, i danni potrebbero raggiungere i 281,8 trilioni di dollari, pari a 2,5 volte il PIL annuale della Germania.

La disuguaglianza globale

I costi della plastica ricadono in modo sproporzionato sui Paesi a basso reddito, che subiscono le conseguenze senza trarre vantaggi significativi dalla produzione o dal consumo. I Paesi ricchi esportano i loro rifiuti plastici verso il Sud globale, spesso senza garantire un riciclo efficace, aggravando l’inquinamento locale.

Un’opportunità economica

Ridurre la produzione di plastica potrebbe rivelarsi economicamente vantaggioso. Lo studio evidenzia che i costi di azione (18,3-158,4 trilioni) sarebbero molto inferiori rispetto ai costi della non azione (13,7-281,8 trilioni). Un’economia post-plastica, incentrata su prodotti essenziali e sistemi di riutilizzo locali, potrebbe generare nuovi posti di lavoro e stimolare la crescita economica.

Il momento di agire è ora

Se i leader mondiali non prenderanno decisioni decisive durante le negoziazioni a Busan, il prezzo della non azione ricadrà su cittadini e consumatori per decenni. Investire ora in una transizione verso soluzioni sostenibili non è solo un imperativo etico, ma anche una scelta economica che pensa al futuro.

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