“Politica negazionista sul clima e regressiva su ambiente”. La denuncia della Cgil
“L’Italia ha una politica regressiva sul piano ambientale e sostanzialmente negazionista su quello climatico”. A denunciarlo Christian Ferrari, segretario confederale Cgil e Simona Fabiani, responsabile Cgil politiche per il clima, il territorio, l’ambiente e la giusta transizione, in occasione de ‘Il G7 ascolti il lavoro e l’ambiente’.
L’iniziativa è stata organizzata insieme all’Alleanza Clima Lavoro, in contemporanea alla plenaria dei Ministri del G7 su ambiente, clima ed energia. L’evento sarà concluso dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini.
Negazionista sul clima ma non solo: tutti i punti critici denunciati dalla CGIL
Ferrari e Fabiani elencano i punti critici dell’azione italiana: “Taglio delle risorse, obiettivi di riduzione delle emissioni inferiori ai target europei, aumento delle importazioni e potenziamento delle infrastrutture per le fonti fossili”. E contestano inoltre “l’idea di fare del nostro Paese un hub anziché delle energie rinnovabili, di quelle fossili”.
A loro avviso non ci sarebbe “nessuna politica industriale per l’industria a zero emissioni, nessuna politica di giusta transizione per tutelare il lavoro e le fasce più povere della popolazione”.
Sotto accusa anche “il sostegno alle false soluzioni come la Ccs e il nucleare, che sono rischiose, non sicure, costose e con tempi di realizzazione incompatibili con i cogenti impegni climatici, oltreché – per quanto riguarda il nucleare – in contrasto con ben due referendum popolari”.
“Il prezioso contributo di Ituc Africa”
Sempre secondo la Cgil dunque “la Presidenza Italiana del Gruppo è totalmente inadeguata a guidare gli sforzi per una giusta transizione ecologica. Non è all’altezza di quanto richiesto ai Paesi che rappresentano il 38% del Pil globale, che detengono le migliori capacità tecnologiche e finanziarie, e su cui ricadono le maggiori responsabilità della crisi climatica e ambientale”.
Al contrario, Ferrari e Fabiani sottolineano “il prezioso contributo alla nostra discussione” del segretario generale dell’Ituc Africa che “ha portato il pensiero del movimento sindacale di quel continente sulla giusta transizione e anche sul piano Mattei”.
“Un piano che la propaganda di governo – proseguono – descrive all’insegna della collaborazione fra pari, ma che è stato redatto senza il coinvolgimento democratico delle comunità e dei Paesi interessati. Come Cgil, lo abbiamo contestato con forza, perché punta allo sfruttamento delle risorse africane in uno spirito neocoloniale. Questo solo a vantaggio prevalentemente delle aziende italiane e chiedendo in cambio un ingiusto e miope stop alle migrazioni”.
Share this content: