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Polizze anti-catastrofali in Italia: tra obblighi normativi e innovazione sostenibile

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Polizze anti-catastrofali in Italia: tra obblighi normativi e innovazione sostenibile

L’obbligo di stipulare le polizze anti-catastrofali contro calamità naturali, slittato al 30 giugno 2025, si inserisce in un contesto più ampio di rischi climatici e trasformazione del settore assicurativo. Ecco come il quadro si amplia, mantenendo il focus sulle coperture.

Impatto sanitario delle calamità: un fattore trascurato

Le polizze anti-catastrofali non coprono direttamente i danni alla salute pubblica, nonostante gli eventi climatici siano legati a:

  • Malattie respiratorie (es. inquinamento da particolato durante incendi) e cardiovascolari, aggravate da ondate di calore.
  • Malattie idriche (colera, gastroenteriti) legate a inondazioni o siccità1.
  • Mortalità differenziale: il 90% delle vittime di frane/alluvioni in Italia sono uomini, spesso esposti a rischi lavorativi.

Criticità: le polizze attuali non includono coperture per costi sanitari post-calamità, lasciando un vuoto per le vittime.

Innovazioni assicurative per la resilienza climatica

Il settore italiano sta sperimentando soluzioni più sostenibili e tecnologiche:

  • Assicurazioni parametriche: pagamenti automatici basati su parametri misurabili (es. livelli di pioggia), eliminando tempi di liquidazione.
  • Bond catastrofali: strumenti finanziari che trasferiscono rischi a investitori, garantendo liquidità immediata.
  • Sconti per ricostruzioni green: incentivi per aziende che adottano materiali eco-sostenibili o energie rinnovabili.

Esempio: il progetto PIISA (UE) pilota polizze che premiano l’adattamento climatico, come sistemi di drenaggio o pannelli solari.

Il ruolo di IVASS e la sfida della sostenibilità

L’Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS) promuove:

  • Mappatura dei rischi climatici: integrazione di dati pubblici e privati per valutazioni più precise37.
  • Reporting ESG: obbligo per le compagnie di integrare criteri ambientali nelle polizze, allineandosi alla Taxonomia UE.
  • Fondi di reinsurezione: il fondo da 5 miliardi di euro per coprire eventi estremi, sebbene criticato per la possibile inadeguatezza.

Prossimi passi: il disegno di legge AC 1632 su ricostruzioni post-calamità, in attesa di approvazione al Senato, potrebbe integrare meccanismi assicurativi con fondi pubblici.

Le criticità territoriali e socioeconomiche

L’ENEA segnala che 8 milioni di italiani vivono in aree ad alto rischio idrogeologico, con disparità regionali:

  • Trentino-Alto Adige e Lombardia hanno il maggior numero di vittime per frane.
  • Piccole imprese (90% del tessuto produttivo) rischiano di non sostenere i costi delle polizze, nonostante la proroga.

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