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Portogallo deferito alla Corte di Giustizia dell’UE per inquinamento

Portogallo deferito alla Corte di Giustizia dell’UE per inquinamento

La Commissione Europea ha deferito il Portogallo alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per non aver adottato misure efficaci contro l‘inquinamento derivante dalle attività industriali. Secondo quanto dichiarato dall’esecutivo europeo giovedì, il Portogallo non è riuscito a conformare completamente la propria legislazione nazionale alla direttiva europea sulle emissioni industriali, nota come direttiva 2010/75/UE.

Impatto ambientale e salute pubblica in pericolo

Le attività industriali, sottolinea la Commissione, possono avere un impatto significativo sull’ambiente e sulla salute pubblica. La direttiva stabilisce precise norme per prevenire o ridurre le emissioni nocive nell’aria, nell’acqua e nel suolo, con l’obiettivo di minimizzare anche la produzione di rifiuti.

Carenze nella legislazione nazionale

La principale preoccupazione dell’UE riguarda il mancato allineamento delle definizioni di “sostanze pericolose” e “impianti esistenti” nella normativa portoghese rispetto agli standard europei. Inoltre, la Commissione evidenzia come non siano chiaramente definiti gli obblighi per gli operatori industriali e le autorità in caso di incidenti, lasciando così un vuoto normativo che mette a rischio l’ambiente e la sicurezza.

Un lungo iter di infrazione

La procedura di infrazione contro il Portogallo è stata avviata già nel 2002. Tuttavia, dopo anni di scambi tra le autorità portoghesi e Bruxelles, la Commissione ritiene che gli sforzi compiuti siano stati insufficienti per risolvere le problematiche. Questa valutazione ha portato alla decisione finale di deferire il caso alla Corte di Giustizia dell’UE.



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Altre infrazioni: trattamento delle acque reflue urbane

Lo stesso giorno, la Commissione Europea ha inviato una lettera di costituzione in mora a Lisbona, avviando un’ulteriore procedura di infrazione. Questa volta, l’accusa riguarda la mancata applicazione delle norme previste dalla direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane (direttiva 91/271/CEE). Bruxelles ha infatti evidenziato che, in 20 agglomerati urbani del Portogallo, le acque reflue non sono adeguatamente trattate prima di essere scaricate nell’ambiente. Mentre in altre tre aree, le acque reflue vengono scaricate in zone sensibili senza un trattamento sufficiente. Il Portogallo si trova ora a dover rispondere davanti alla Corte di Giustizia dell’UE, con il rischio di pesanti sanzioni se non apporterà rapidamente i necessari adeguamenti alla sua legislazione ambientale.

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