Instabilità climatica, primavera più calda dal 1950. Come sarà l’estate?
Le recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato che il cambiamento climatico sta rendendo le ondate di calore più lunghe, torride, frequenti e pericolose. Allo stesso modo, la crisi climatica provoca eventi estremi rischiosi come piogge torrenziali, inondazioni, tempeste di vento, siccità, grandinate e mareggiate.
Primavera in Italia calda e con violenti alluvioni e temporali locali
La primavera metereologica in Italia è stata calda e abbastanza piovosa, con poca acqua a marzo ed aprile ed un surplus 36,4% a maggio. La temperatura media è risultata di +2,2°C, determinata da un’anomalia di marzo di +3,5°C (il più caldo in assoluto della storia). Per aprile di +2,2°C (terzo più caldo dal 1950) e per maggio di +0,9°C (tredicesimo più caldo dal 1950).
La primavera 2024 ha battuto il precedente record di stagione più calda del 2017 quando ci fu un’anomalia di +1,6°C. Quest’anno, dunque, abbiamo avuto ben 0,6°C in più rispetto al primato del 2017.
La distribuzione delle piogge invece è stata disomogenea, soprattutto a maggio, quando le piogge sono state generalmente poche ma si sono verificati, purtroppo, episodi di temporali localmente violenti.
I fenomeni di nubifragi accompagnati da abbondanti piogge e intense grandinate a cui abbiamo assistito qualche settimana fa si presentano, ormai, in modo più frequente rispetto al passato.
Come sarà l’estate 2024?
Con il mese di giugno è iniziata l’estate meteorologica che terminerà il 31 agosto. Arriva dopo la primavera meteorologica più calda dal 1950 e presenterà ancora condizioni di forte instabilità.
Per tracciare una tendenza, a grandi linee, dell’andamento del meteo per i prossimi mesi gli esperti si affidano alle proiezioni climatiche sul lungo periodo. Anni fa erano inaffidabili, ora le proiezioni stagionali sono diventate un valido strumento di prognosi scientifica.
Estate 2024: ondate di calore torride e poche piogge
Il trend è preciso. Secondo gli ultimi aggiornamenti, l’estate sarà caratterizzata da temperature medie diffusamente superiori alla norma di circa +1-2°C soprattutto sull’Europa meridionale e sul bacino del Mediterraneo. La causa, molto probabilmente, è la maggiore interferenza del noto anticiclone africano.
Il termometro salirà già nelle prossime settimane di giugno su buona parte dell’Europa, Italia compresa. Questa tendenza continuerà anche tra luglio e agosto. Nella parte centrale della stagione, infatti, si verificheranno le classiche ondate di calore che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni. Si tratta delle torride ondate di caldo prolungato con punte massime fino e oltre i 40°C.
Luglio e agosto caldi e secchi: potrebbe cadere il 30-40% in meno di pioggia
La scorsa estate a Roma ci sono stati 43°C e fino a 48°C in Sicilia e Sardegna. Secondo i dati, quest’anno non sarà da meno, si prospetta una stagione prevalentemente più calda della media su gran parte dell’Europa.
La mappa del servizio climatico del programma europeo di osservazione della terra Copernicus, infatti, mostra un’anomalia calda più pronunciata sull’Europa centro-meridionale che aumenta progressivamente nel corso dei tre mesi estivi. Per luglio e agosto, inoltre, è attesa una graduale riduzione delle precipitazioni, con valori al di sotto della norma.
I mesi di luglio e agosto, dunque, saranno caldi e secchi. La responsabile di questo clima è un’area anticiclonica sull’Europa occidentale che potrebbe ostacolare il verificarsi di perturbazioni atlantiche sul bacino del Mediterraneo.
Numeri alla mano e rispetto alla media stagionale, potrebbe cadere il 30-40% in meno di pioggia rispetto a quanto ci si aspetterebbe. E in tal caso si complicherebbe ancora il problema della scarsità d’acqua al sud, con un probabile deficit pluviometrico e con il conseguente rischio di siccità.
Come abbiamo visto, però, l’aumento anomalo e duraturo del caldo comporta la maggior evaporazione dai mari e una gran quantità di energia potenziale. Per questo, cresce anche la possibilità di eventi meteo estremi come temporali e grandinate innescati da ingressi di aria fresca in discesa dal Nord Europa.
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