Processo Smog, tutti prosciolti. Torino Respira non ci sta: “Avanti con azioni legali”

Tutti prosciolti all’udienza predibattimentale, e quindi senza passare per il processo, i sette ex amministratori comunali e regionali in Piemonte chiamati in causa dalla Procura di Torino per lo smog.

Tra questi gli ex sindaci Chiara Appendino e Piero Fassino e l’ex governatore Sergio Chiamparino

Si è appena conclusa la seconda udienza predibattimentale del cosiddetto “Processo Smog”. Erano stati citati a giudizio per il reato di inquinamento ambientale colposo gli amministratori pubblici comunali e regionali che dal 2015 al 2019 hanno avuto una responsabilità rispetto alla tutela della qualità dell’aria della città di Torino.

Era stato contestato il reato di inquinamento ambientale colposo

Il Tribunale di Torino, nella persona del Giudice dott. Roberto Ruscello, ha disposto il proscioglimento degli imputati dal reato contestato dalla Procura della Repubblica di Torino. Respinta, dunque, la richiesta di prosecuzione del giudizio avanzata dai pubblici ministeri e dai difensori delle parti civili.

La sentenza potrà essere impugnata dai pubblici ministeri e i difensori delle parti civili hanno già anticipato che solleciteranno i magistrati della Procura della Repubblica a muoversi in tale senso.

L’avvocato Careglio: “I Pm impugni lo sentenza”

“La decisione del giudice non è condivisibile, in quanto vi erano tutti gli elementi per passare alla fase dibattimentale del processo. Confido che i pubblici ministeri vogliano impugnare tale sentenza. Questo per poter giungere alla celebrazione di un processo pubblico. Al di là di quello che sarà il suo esito, costituirebbe un momento di approfondimento molto importante per la Città di Torino, al fine di comprendere le ragioni dello stato di inquinamento urbano, i gravi danni alla salute provocati dallo smog. Ma soprattutto le misure che devono essere adottate dal Comune e dalla Regione per consentire alla popolazione locale, soprattutto quella più fragile, di respirare finalmente un’aria migliore”. Questo il commento dell‘avvocato Marino Careglio, difensore del Comitato Torino Respira.

Torino Respira non ci sta: andremo avanti con le azioni legali

Anche Roberto Mezzalama, Presidente del Comitato Torino Respira, esprime il suo malcontento. “Siamo ovviamente in disaccordo con questa decisione. Il giudice rischia di privare la Città, ma più in generale l’Italia, della possibilità di affrontare in un dibattito pubblico e libero da condizionamenti politici il complesso tema della lotta all’inquinamento atmosferico.

Eravamo consapevoli delle difficoltà di promuovere una causa che ha molti elementi di novità, ma restiamo convinti della bontà delle nostre tesi. L’attività del Comitato Torino Respira non si ferma qui. Chiederemo ai pubblici ministeri di ricorrere contro la decisione del giudice e continueremo a studiare e portare avanti altre azioni legali. Tra queste quella a sostegno alla causa di Chiara che proprio questa settimana ha invece visto il giudice civile prendere la decisione di nominare una perizia per acquisire nuovi elementi”. Questa la la conclusione di Roberto Mezzalama, Presidente del Comitato Torino Respira.

Durante la prima udienza del 18 giugno, Comitato Torino Respira, dal cui esposto è scaturita l’indagine che ha portato al processo, Greenpeace Italia e ISDE-Associazione Italiana Medici per l’Ambiente erano state ammesse come parti civili. Avevano dunque portato in questa seconda udienza le proprie posizioni e il proprio contributo giuridico e scientifico, purtroppo disattese dal Tribunale di Torino.