Qualità dell’aria nella Pianura Padana: l’emergenza non è un problema comunale
La Pianura Padana, cuore economico e agricolo d’Italia, è la zona più inquinata del Paese, con livelli di PM10 e PM2.5 fino a tre volte superiori ai limiti OMS. Nonostante un inverno 2025 meno critico rispetto al passato grazie a condizioni meteorologiche favorevoli, i dati di Legambiente Lombardia evidenziano che 25 città su 98 superano già i limiti legali per il PM10, con un peggioramento previsto nel 2030. La geografia del territorio – una “conca” tra Alpi e Appennini – intrappola gli inquinanti, mentre industria, traffico e allevamenti intensivi alimentano il problema.
Il ruolo dei Comuni: limiti e iniziative
I sindaci della Pianura Padana hanno siglato il Patto dei Sindaci per una Pianura Padana che respiri, impegnandosi a ridurre le emissioni di PM10 del 40% entro il 2030 attraverso misure come:
- Mobilità sostenibile: incentivi per elettrico e trasporto pubblico.
- Ristrutturazioni edilizie: obbligo di filtri anti-polveri per stufe a biomassa.
- Piani locali integrati: monitoraggio annuale delle emissioni e azioni a costo zero (es. alberi gratis per cittadini)67.
Tuttavia, come sottolinea il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, “l’emergenza non può essere scaricata sui Comuni”https://www.ambienteinsalute.it/patto-tra-sindaci-pianura-padana-aria-pulira/, già oberati di oneri. Senza investimenti pubblici a fondo perduto per transizione ecologica e conversione di mezzi di trasporto, le politiche comunali restano frammentarie.
L’intervento del Governo: un’urgenza nazionale
Il Decreto Infrazioni (DL 131/2024) prevede 500 milioni di euro per la mobilità sostenibile nelle grandi aree urbane, ma è solo un primo passo. La cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio deve accelerare un piano nazionale che:
- Coordini Regioni e Comuni: superare gli accordi regionali (es. PAIR 2030 in Emilia-Romagna4) per un approccio unitario.
- Agisca su fonti primarie: limitare emissioni industriali, rivedere le politiche agricole per ridurre l’ammoniaca degli allevamenti.
- Sensibilizzi l’UE: inserire qualità dell’aria tra le priorità europee, garantendo fondi strutturali per la transizione.
Il rischio di un fallimento sistemico
Se il Governo non interverrà, il 2030 troverà l’Italia fuori legge: 70 città su 98 supereranno i limiti UE per il PM10. La salute pubblica pagherà il prezzo, con malattie respiratorie e cardiovascolari legate alle polveri ultrafini (PM2.5). Come ricorda Legambiente, “l’aria pulita è un diritto, non un privilegio”.
Proposte concrete
- Fondi dedicati: trasformare parte del PNRR in investimenti per filtri industriali e rinnovabili.
- Legge quadro nazionale: armonizzare normative regionali e vietare caminetti aperti6.
- Monitoraggio trasparente: pubblicare dati in tempo reale, coinvolgendo cittadini e istituzioni4.
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