Rapporto Spiagge 2024: il 40% degli eventi estremi sulle coste. Il picco al Sud
I comuni costieri italiani sono sempre più colpiti dagli eventi meteo estremi. In particolare si verificano al sud e con il triste primato della Sicilia. Su 2.086 eventi totali avvenuti tra il 2010 e giugno del 2024, ben 816 si sono abbattuti sui comuni costieri, il 39,1%. In rapporto al totale dei comuni italiani che hanno subito danni dal 2010 (1.037) quelli costieri impattati sono il 25,5%.
Lo rileva il ‘Rapporto Spiagge 2024 di Legambiente. Gli impatti di erosione ed eventi meteo estremi nelle aree costiere italiane’. Il Mezzogiorno è l’area più colpita della Penisola con la Sicilia al primo posto con 170 eventi, quasi il 21% del totale nazionale degli eventi in aree costiere.
Eventi estremi: triste primato della Sicilia
Seguono Puglia (104), Calabria (82), Campania (78) e, prima regione del nord, la Liguria (75). Nella classifica dei comuni più colpiti, al primo posto c’è Bari con 44 eventi meteo estremi registrati, poi Genova (36), Agrigento (32) e Palermo (27).
Gli 816 eventi meteo estremi che hanno colpito i comuni costieri, hanno causato 295 allagamenti da piogge intense, 226 danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 83 da mareggiate, 81 danni alle infrastrutture, 47 esondazioni fluviali, 23 danni da grandinate, 21 frane da piogge intense, 19 danni da siccità prolungata, 12 legati alle temperature record in città e 9 danni al patrimonio storico.
Legambiente: Far west normativo
“Con il nostro nuovo Report Spiagge 2024, portiamo al centro una riflessione sul futuro delle nostre coste, non più rinviabile”. Lo scrive Legambiente chiedendo “piani di adattamento e strumenti di governance che riducano i rischi per le persone, le abitazioni e le infrastrutture. E di adempiere al diritto di una fruizione libera della spiaggia e fermare le mani di chi vuole accaparrarsi pezzi di costa a proprio piacimento”.
“Purtroppo – proseguono da Legambiente – ormai da molti anni, in Italia si parla di spiagge quasi mai in merito a progetti di tutela e valorizzazione, di accessibilità per tutti alle spiagge o di adattamento e resilienza, ma piuttosto per quanto previsto dalla Direttiva europea Bolkestein (2006/123/CE) sulle concessioni balnearie. Un vero “Far west” in cui regioni e comuni stanno procedendo nella confusione più totale senza un quadro normativo unico di riferimento”.
Legambiente lancia al Governo 7 proposte per il futuro delle coste italiane
1) Attuazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, stanziando le risorse ed emanando il decreto per l’insediamento dell’Osservatorio Nazionale per l’Adattamento ai Cambiamenti Climatici.
2) Superare la logica dell’emergenza e degli interventi invasivi per la difesa delle coste dall’erosione.
3) Interventi di rinaturalizzazione delle coste, ricostituendo le fasce dunali e zone umide e paludose.
4) Approvazione della legge sullo stop al consumo di suolo.
5) Stabilire un quadro normativo unico da rispettare in tutta Italia per l’affidamento delle concessioni balneari (tramite bandi) per garantire libera e gratuita fruizione delle spiagge, premiando nell’assegnazione la qualità dell’offerta e le scelte di sostenibilità ambientale.
6) Ristabilire la legalità e fermare il cemento sulle spiagge.
7) Costruzione, adeguamento e/o messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione e regolamentare lo scarico in mare dei rifiuti liquidi.
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