Il Regno Unito è il primo paese europeo ad approvare la carne coltivata in laboratorio, a partire dal cibo per animali

Il Regno Unito è il primo paese in Europa ad approvare la carne coltivata per animali, grazie all’approvazione da parte dell’Animal and Plant Health Agency e del Department for Environment, Food and Rural Affairs. Il prodotto dell’azienda Meatly è un pollo coltivato che promette di risolvere il dilemma etico degli amanti degli animali, costretti a scegliere tra nutrire i propri animali domestici con carne proveniente da bestiame macellato e l’impatto ambientale della produzione tradizionale di cibo per animali. La ricerca dell’Università di Winchester indica che il 50% dei proprietari di animali domestici intervistati sarebbe disposto a utilizzare carne coltivata per i propri animali.

Una produzione innovativa

Il pollo coltivato di Meatly viene prodotto prelevando un piccolo campione da un uovo di gallina e coltivandolo in laboratorio con vitamine e aminoacidi, fino a ottenere una pasta simile al paté. L’impianto di produzione di Meatly è stato recentemente approvato dal governo e l’azienda prevede di lanciare i primi campioni commerciali entro quest’anno. Con un finanziamento iniziale di 3,5 milioni di sterline e l’obiettivo di raccogliere ulteriori 5 milioni, Meatly punta a ridurre i costi e scalare la produzione a volumi industriali entro i prossimi tre anni, mescolando carne con verdure per abbassare i costi.

Il futuro della carne coltivata

Il precedente governo del Regno Unito ha cercato di accelerare l’approvazione della carne coltivata anche per il consumo umano, con la Food Standards Agency impegnata a semplificare il processo regolatorio. Linus Pardoe del Good Food Institute Europe sottolinea il ruolo di leadership del Regno Unito nello sviluppo della carne coltivata e l’importanza di investire nella ricerca e nelle infrastrutture per realizzare il potenziale di questa innovazione. Mentre paesi come Singapore e Israele hanno già approvato carne coltivata per il consumo umano, negli Stati Uniti stati come la Florida e l’Alabama hanno vietato tali prodotti, creando preoccupazioni per gli allevatori locali.