E se fossero i responsabili dell’inquinamento a pagare?
Un editoriale pubblicato dalla BBC a cura di Isabelle Gerretsen delinea uno scenario interessante che riguarda la crisi climatica globale provando a rispondere alla domanda: “E se fossero i responsabili dell’inquinamento a pagare il conto della crisi climatica?”
Il caso del Pakistan e gli eventi climatici estremi
Nel 2022, il Pakistan è stato devastato da inondazioni catastrofiche che hanno causato più di 1.500 vittime e danni economici per oltre 30 miliardi di dollari. Secondo uno studio, l’intensità delle piogge monsoniche che hanno colpito il paese è stata aggravata dal cambiamento climatico. Questo non è un caso isolato: eventi estremi come le alluvioni in Pakistan, i cicloni in Madagascar e le siccità in Somalia stanno diventando sempre più frequenti e gravi a causa dell’aumento delle emissioni di gas serra. Questi fenomeni, oltre a provocare morte e distruzione, costringono i paesi più vulnerabili a investire ingenti risorse per far fronte ai danni economici, spesso sottraendo fondi destinati a settori critici come la sanità e l’istruzione.
Il ruolo degli Stati Uniti
Il Vermont è stato il primo stato USA a richiedere alle compagnie di petrolio e gas di pagare per i danni climatici causati dalle loro attività. Anche lo stato di New York sta valutando questa opzione, che obbligherebbe le compagnie fossili a versare 3 miliardi di dollari all’anno per i prossimi 25 anni. Questo tema è al centro del dibattito geopolitico internazionale e sarà uno dei punti chiave nei prossimi incontri sul clima. I paesi vulnerabili si aspettano che le nazioni e le aziende responsabili dell’inquinamento paghino per i danni.
Il principio di responsabilità storica
Uno studio condotto dal Dartmouth College ha stimato che le emissioni degli Stati Uniti, il più grande emettitore storico al mondo, hanno causato danni climatici per oltre 1.9 trilioni di dollari tra il 1990 e il 2014. Le emissioni di altri grandi emettitori, come Cina, Russia, India e Brasile, hanno aggiunto ulteriori 4.1 trilioni di dollari in perdite globali. In totale, si tratta di una cifra che rappresenta circa l’11% del PIL mondiale annuale. Uno studio del 2017 ha rilevato che solo 100 compagnie fossili sono responsabili del 71% delle emissioni globali di gas serra prodotte dal 1988. Se queste aziende fossero ritenute responsabili, potrebbero essere obbligate a pagare somme annuali basate sulle loro emissioni per contribuire a un fondo globale per il clima. Questo potrebbe sostenere i paesi in via di sviluppo nell’affrontare le sfide del cambiamento climatico e nel finanziamento della transizione verso energie pulite.
Un fondo per le perdite e i danni climatici
Molti sostengono la creazione di un fondo finanziato dagli inquinatori, destinato a risarcire i paesi più colpiti dalle conseguenze del cambiamento climatico. Un meccanismo del genere potrebbe essere gestito dalle Nazioni Unite e finanziato in base alla responsabilità di ciascun paese rispetto alle emissioni globali. Questo fondo permetterebbe ai paesi vulnerabili di costruire infrastrutture resilienti e di proteggere le comunità dagli eventi climatici estremi.
La tassazione delle emissioni e delle industrie inquinanti
Un’altra proposta è quella di introdurre una tassa internazionale sulle emissioni fossili, che aumenterebbe progressivamente per raccogliere fondi per i paesi colpiti. Allo stesso modo, industrie ad alta intensità di carbonio, come l’aviazione e la navigazione marittima, potrebbero essere tassate per generare entrate da destinare alle nazioni devastate dai disastri climatici.
La giustizia climatica in tribunale
Il lavoro di attribuzione della responsabilità climatica sta giocando un ruolo cruciale nel portare le aziende inquinanti in tribunale. Un caso significativo è quello di Saúl Luciano Lliuya, un agricoltore peruviano che ha citato in giudizio la compagnia energetica tedesca RWE per il suo ruolo nello scioglimento di un ghiacciaio sopra la sua città natale. Se la causa avrà successo, potrebbe stabilire un precedente per cui le aziende inquinanti saranno ritenute responsabili dei danni climatici su base proporzionale.
Un mondo più giusto?
Se i responsabili dell’inquinamento fossero obbligati a pagare per i danni climatici, – conclude Isabelle Gerretsen – questo potrebbe accelerare la transizione verso energie rinnovabili. Non solo, anche offrire ai paesi vulnerabili un’ancora di salvezza. Tuttavia, nessuna somma di denaro potrà mai compensare pienamente le perdite subite: vite umane, patrimoni culturali e biodiversità sono danni irreversibili. Nonostante ciò, far pagare i responsabili potrebbe rappresentare un passo importante verso una maggiore giustizia climatica.
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