Rifiuti speciali aziende aumentati del 28%. Primato della Basilicata
In 7 anni i rifiuti speciali delle aziende in Italia sono aumentati del 28%. Emerge da un’analisi condotta da da Interzero. L’incremento dei rifiuti speciali non pericolosi è stato registrato tra il 2014 e il 2021. Secondo gli analisti sono state così superate 154 milioni di tonnellate e l’incremento è stato trainato dalla Basilicata dove sono quasi raddoppiati (+95,1%), dal Molise (+87%) e dalla Sicilia (+83%).
Calo di rifiuti speciali in Toscana, Valle d’Aosta ed Emilia Romagna
L’analisi di Interzero Italia, il gruppo europeo di servizi di economia circolare, evidenzia, inoltre, che le uniche regioni dove si è registrato un calo di rifiuti speciali sono la Toscana (-0,5%) e la Valle d’Aosta (-25,9%). In Liguria ed Emilia-Romagna l’incremento è stato più contenuto che altrove (13-14%).
Il Trentino-Alto Adige guida invece la classifica delle regioni con la maggior quantità di rifiuti speciali non pericolosi prodotti in media per ogni impresa attiva (oltre 50 tonnellate per azienda). Al secondo posto il Friuli-Venezia Giulia (48 tonnellate/impresa) e dalla Basilicata (43). Al contrario in Molise (19,5 tonnellate per impresa), Sardegna (19,3%), Campania (17,1) e Calabria (11,7) le aziende producono meno rifiuti che nel resto del Paese. La media italiana si attesta a 30,2 tonnellate di rifiuti per azienda. La Lombardia tocca quota 41,8 tonnellate, mentre Veneto, Emilia-Romagna, Puglia e Piemonte sono più vicini alla media nazionale collocandosi fra le 30 e le 39 tonnellate per organizzazione. La Toscana si ferma a 27.
“La gestione dei rifiuti speciali è una delle maggiori sfide globali e va affrontata guidando il processo di transizione ecologica” ha commentato Mario Bagna, amministratore delegato di Interzero Italia. “Oggi è fondamentale adottare un approccio circolare dove ogni rifiuto può essere una risorsa per generare nuove opportunità economiche e promuovere l’innovazione. Queste le parole del Ceo.
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