Sequestro nave, attivisti ambientali: “Servono controlli più rigorosi”
La Procura della Repubblica di Genova ha emesso un provvedimento di sequestro cautelativo nei confronti di tre navi appartenenti alla compagnia di navigazione Moby/Tirrenia/CIN, operante in diversi scali italiani. Il valore complessivo della confisca ammonta a circa 64 milioni di euro. L’indagine in corso contesta presunte alterazioni delle misure di contenimento dei fumi navali. In particolare, si ipotizza la mancata fornitura delle certificazioni relative ai controlli delle emissioni, che avrebbero dovuto essere eseguiti autonomamente tramite droni. Ulteriormente, sono al vaglio ipotesi di contraffazione e dichiarazioni mendaci concernenti la conformità dei ricambi dei motori.
Parallelamente alle presunte violazioni ambientali, l’inchiesta esplora un potenziale meccanismo corruttivo che, secondo gli inquirenti, coinvolgerebbe figure apicali della compagnia e alti funzionari della Capitaneria di Porto locale. Si ipotizza la reiterata offerta di biglietti gratuiti sulle navi della compagnia a beneficio di militari della Guardia Costiera e loro familiari, per un valore stimato di circa 20.000 euro. L’ipotesi investigativa è che tali agevolazioni siano correlate a presunti controlli insufficientemente scrupolosi da parte di alcuni pubblici ufficiali, con potenziali ramificazioni in altri porti italiani.
La posizione della Rete “Facciamo Respirare il Mediterraneo”:
La rete di associazioni e comitati portuali “Facciamo Respirare il Mediterraneo” ha espresso preoccupazione in relazione agli sviluppi dell’indagine. L’organizzazione sottolinea la necessità di accertare eventuali analogie in altre realtà portuali, richiamando le precedenti segnalazioni di emissioni atmosferiche inquinanti, attribuite anche a navi della compagnia coinvolta, e il loro impatto sulla qualità dell’aria e sulla salute pubblica. In vista dell’imminente entrata in vigore dell’Area SECA nel Mediterraneo, la rete evidenzia l’importanza di rigorosi controlli da parte delle Capitanerie. Viene auspicato un rafforzamento delle politiche di controllo ambientale nel settore marittimo, rilevando come l’attuale sistema di verifiche sulle emissioni navali sia percepito come inadeguato.
Le ipotesi di reato contestate
Le ipotesi di reato contestate riguardano presunte alterazioni delle misure di contenimento dei fumi navali, inclusa la mancata certificazione dei controlli sulle emissioni e la presunta falsificazione di documenti relativi alla conformità dei ricambi dei motori. Ulteriormente, si indaga sull’ipotesi di corruzione, concernente la presunta offerta di benefici a pubblici ufficiali in cambio di una presunta minore attenzione nei controlli.
La rete di ‘Facciamo respirare il Mediterraneo’
Cittadini per l’aria onlus
Comitato Porto Città di Ancona
Comitato Tutela Ambientale Genova Centro Ovest
Comitato Vivibilità Cittadina
Forum Ambientalista OdV
Italia Nostra – Ancona
Livorno Porto Pulito
Palermo Che Respira
RAAT – Rete Ambiente Altro Turismo La Spezia
Spezia Via Dal Carbone
Tavoli del Porto – Fiumicino
VAS – Verdi Ambiente e Società Onlus
We Are Here Venice
Share this content: