Siccità, in Sicilia non piove più. Anbi: “Situazione idrica drammatica”
La siccità in Sicilia peggiora e l’emergenza, dunque, continua ad aggravarsi.
Quest’anno nell’isola si è registrata una lunghissima serie di mesi con precipitazioni inferiori alla norma. A partire dallo scorso settembre 2023, infatti, le piogge sono state solo la metà dei valori normali e ci sono aree della Sicilia orientale dove è caduto meno del 30% di quanto atteso.
Siccità in Sicilia: il comune di Palermo vieta di annaffiare i balconi e lavare le auto
È la crisi climatica che accelera: parliamo di un’anomalia climatica estrema rispetto alla norma che non accenna a placarsi. E adesso, con l’estate alle porte, il pericolo siccità fa più paura perché il consumo d’acqua raddoppierà.
Il comune di Palermo è corso ai ripari con un’ordinanza contenente le buone pratiche sul corretto utilizzo dell’acqua. Sarà vietato innaffiare piante di balconi e giardini privati con l’acqua potabile e lavare le auto dalle 5:00 alle 23:00 con l’esclusione degli autolavaggi. Anche l’Amap, l’azienda che si occupa del servizio pubblico idrico a Palermo, ha diffuso un vademecum con i consigli da seguire per evitare gli sprechi d’acqua.
Siccità in Sicilia, Anbi: “Negli invasi siciliani -68% d’acqua. Superato il record negativo del 2017”
L’Anbi (Associazione dei consorzi di bacino) definisce “drammatica” la situazione idrica della Sicilia, specificando che “negli invasi siciliani mancano complessivamente circa 670 milioni di metri cubi d’acqua (-68%)” e che si è superato di “ben 145 milioni il precedente record negativo, registrato nel siccitoso 2017″.
La media regionale della precipitazione mensile è risultata pari a 23 mm circa, mentre il valore degli ultimi vent’anni, dal 2003 al 2023, è di 41 mm.
L’associazione dei consorzi di bacino precisa che “secondo il Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano da Settembre 2023 il deficit pluviometrico medio sulla regione si aggira sui 300 millimetri, con punte di mm. 350 sulla provincia di Catania”. Questo significa che la quantità d’acqua che arriva nei mesi abitualmente più piovosi, da settembre ad aprile, “è praticamente dimezzata rispetto alla media storica di mm 620″.
A marzo piogge tra il 70% ed il 90% inferiori alla norma. Aprile più caldo della storia
Il mese di marzo in Sicilia si è rivelato eccessivamente siccitoso per le province centrali e soprattutto Sud-Orientali, dove sono stati registrati dati tra il 70% ed il 90% inferiori alla norma in buona parte dei comuni tra le province di Catania, Siracusa, Enna e Caltanissetta. Si sperava di recuperare la grave lacuna ormai accumulata durante l’autunno e l’inverno nel mese di aprile per salvare almeno in parte la produzione cerealicola. E invece “quello appena concluso – prosegue l’Anbi – in continuità con gli 11 mesi precedenti, si caratterizzerà come l’aprile più caldo della storia. Sono quasi vuoti i bacini di Disueri, Comunelli e Cimia, in provincia di Caltanissetta, trattenendo volumi d’acqua inferiori al milione di metri cubi”.
Quello zootecnico è il settore più a rischio in questo momento. I settori più colpiti “sono la zootecnia e la cerealicoltura – sostiene Andrea Passanisi, presidente Coldiretti Catania -. Sono gli animali ad essere in particolare sofferenza perché non trovano da mangiare durante il pascolo”. Il prezzo del fieno “sta arrivando alle stelle per la speculazione” – continua – gli animali producono meno latte o addirittura muoiono”.
Crisi climatica in Sicilia, Cdm delibera stato di emergenza nazionale e stanzia 20 milioni
Il Consiglio dei ministri ha decretato lo stato di emergenza nazionale per la siccità in Sicilia per un anno. Ha stanziato i primi 20 milioni di euro con la possibilità di incrementare le risorse già durante i primi interventi richiesti dalla regione. Le soluzioni proposte dalla cabina di regia, guidata dal governatore siciliano e coordinata dal capo della Protezione civile regionale, necessarie a ridurre gli effetti della crisi climatica, sono differenziate in base ai tempi di realizzazione.
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