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Fulmini a ciel…inquinato: lo smog aumenta il rischio di temporali

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Fulmini a ciel…inquinato: lo smog aumenta il rischio di temporali

I danni causati dall’inquinamento atmosferico possono avere risvolti inaspettati, come l’aumento del pericoloso fenomeno meteorologico dei fulmini. A dirlo, è una nuova ricerca appena pubblicata sulla rivista Atmospheric Research. Anche in Italia abbiamo avuto evidenza di questo, infatti, quest’estate, da Teramo a Bari, le coste italiane hanno visto eventi temporaleschi e diversi morti a causa dei fulmini.

Il rischio dei fulmini non è così raro

Non bisogna sottovalutare mai i messaggi che ci manda il cielo, dicono gli esperti. Negli ultimi anni, l’estremizzazione dei fenomeni atmosferici, in particolare quelli temporaleschi, ha portato a un’escalation di incidenti. Tra i più temuti e imprevedibili ci sono quelli causati dai fulmini. In Italia, ogni anno, cadono circa un milione di fulmini, con un impatto devastante su decine di persone. Secondo un recente studio del CNR, in media, 20 persone perdono la vita a causa dei fulmini, la maggior parte all’aperto, ma non sempre: anche al chiuso il pericolo non è da sottovalutare.

Un collegamento preoccupante tra inquinamento e fulmini

A livello globale, una nuova ricerca condotta dalla James Madison University (JMU) ha rivelato un collegamento preoccupante tra l’inquinamento atmosferico e l’aumento dell’intensità dei temporali estivi, specialmente per quanto riguarda la frequenza dei fulmini che raggiungono il suolo. Lo studio ha esaminato mezzo milione di temporali in due aree degli Stati Uniti, Washington D.C. e Kansas City, Missouri, concentrandosi sull’interazione tra particelle inquinanti e le condizioni atmosferiche durante la formazione dei temporali.

“I modelli meteorologici regionali possono variare nella loro capacità di generare temporali e fulmini. Tuttavia, queste variazioni sono spesso legate a diverse concentrazioni e direzioni di trasporto dell’inquinamento atmosferico”, spiegano i ricercatori.

L’impatto dei fulmini in Italia: una realtà da non sottovalutare

In Italia, la situazione non è meno preoccupante. Con un milione di fulmini che si abbattono ogni anno sul territorio, il rischio di incidenti è elevato. La maggior parte di questi avviene all’aperto, ma ci sono casi in cui i fulmini colpiscono anche strutture al chiuso, mettendo a rischio la vita delle persone. La prevenzione e la consapevolezza sono fondamentali per ridurre il numero di vittime, ma i dati mostrano che il cambiamento climatico e l’inquinamento stanno aumentando la frequenza e l’intensità di questi fenomeni.

Come l’inquinamento influisce sulla produzione di fulmini

Secondo lo studio della JMU, l’inquinamento atmosferico gioca un ruolo cruciale nella produzione di fulmini. “Le particelle inquinanti agiscono come nuclei di condensazione all’interno delle nubi”, spiega il professor Mace Bentley, autore principale della ricerca. “Vengono sollevate dalle correnti ascensionali all’interno della nube e, tramite il movimento delle correnti discendenti, queste particelle si separano, causando una divisione delle cariche elettriche nella nube e, di conseguenza, un aumento della produzione di fulmini.”

Questa dinamica è stata osservata in ambienti temporaleschi molto diversi tra loro, ma il risultato è lo stesso: più inquinamento porta a temporali più intensi e a un maggior numero di fulmini.



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Temporali e qualità dell’aria: un rapporto complesso

Oltre a intensificare i temporali, l’inquinamento può influire anche sulla qualità dell’aria in modi complessi. Da un lato, la pioggia intensa può “lavare” l’atmosfera, riducendo temporaneamente la presenza di polveri e particolato. Dall’altro lato, i temporali possono sollevare gli inquinanti dalla superficie e trasportarli in alta quota, dove possono percorrere lunghe distanze e degradare la qualità dell’aria in regioni lontane.

In Italia, questo effetto è particolarmente rilevante, poiché i temporali estivi possono contribuire a diffondere inquinanti prodotti in aree urbane verso le zone rurali e montane, con impatti negativi sulla salute pubblica e sull’ambiente.

L’influenza del cambiamento climatico

La relazione tra inquinamento atmosferico e temporali non può essere separata dal contesto più ampio dei cambiamenti climatici. L’aumento delle temperature globali influisce sia sui livelli di inquinamento che sull’intensità delle tempeste, creando un ciclo di feedback che potrebbe peggiorare con il tempo. In Italia, le ondate di calore sempre più frequenti e intense potrebbero esacerbare questo fenomeno, aumentando ulteriormente il rischio di fulmini e le loro conseguenze devastanti.

La ricerca continua

Il professor Bentley sta attualmente espandendo la sua ricerca a Bangkok, una città con livelli di inquinamento estremamente elevati e un clima tropicale caldo. I risultati preliminari indicano che il modello osservato negli Stati Uniti si ripete anche in Asia, con tassi di fulmini ancora più elevati.

“Sembra che, ovunque nel mondo, l’inquinamento urbano sia in grado di intensificare i temporali e i fulmini”, ha concluso il professor Bentley.

Mentre la ricerca continua, diventa sempre più evidente l’importanza di affrontare l’inquinamento atmosferico non solo per migliorare la qualità dell’aria, ma anche per ridurre il rischio associato ai fenomeni temporaleschi sempre più estremi, in Italia e nel mondo.

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