Lo smog nei nostri polmoni: come si valutano i rischi per la salute
Quando lo smog arriva ai nostri polmoni cosa succede? Mentre nel nord Italia, in particolare a Milano e nella pianura Padana, cresce l’allarme per l’alta concentrazione di inquinamento, diventa sempre più importante tutelare la salute dei cittadini. Con i livelli di Pm10 oltre i livelli di guardia, i timori per gli effetti della salute diventano concreti. Ma quali sono i reali rischi?
Le patologie diventano croniche
“Per le persone, in particolare per chi vive nei grandi centri urbani, l’inquinamento atmosferico è purtroppo una costante – dice Massimiliano Napolitano, Broncopneumologo dell’INI Grottaferrata –. È ormai noto ai più quali siano i rischi di una esposizione prolungata ma è sempre opportuno ricordarlo: asma, infezioni respiratorie, bronchiti acute sempre più frequenti che possono, nel tempo, diventare croniche, bronchioliti, patologie tumorali del polmone.
Pm10 e frazione toracica
I picchi di Pm10 sono un rischio importante per la salute perché rappresentano la “Frazione toracica”, ovvero la frazione di particelle in grado di attraversare il naso e le prime vie aeree, depositandosi in trachea e grossi bronchi. La Spirometria rappresenta un esame molto utile, e soprattutto di facile esecuzione, per una valutazione preventiva sullo stato del nostro apparato respiratorio”.
L’importanza dei test diagnostici
Un esame diagnostico può valutare danni prima di avere sintomi: la spirometria ed in particolare l’oscillometria a impulso. L’oscillometria a impulsi (IOS) è l’esame che scopre un danno prima ancora che dia i sintomi. È consigliato anche a chi è convinto di soffrire di ‘tosse nervosa’, che in realtà è spesso dovuta a infiammazione da inquinamento. “È un esame facile da eseguire e non invasivo, adatto anche a bambini ed anziani, e permette di scoprire un danno delle piccole vie aeree respiratorie prima ancora che la normale spirometria ne rilevi la presenza”. Lo conferma il Dott. Massimiliano Napolitano, responsabile del servizio di Pneumologia dell’INI di Grottaferrata, uno dei pochi centri nel Lazio dove è possibile eseguire questo esame.
Come scoprire le ostruzioni respiratorie
«L’oscillometria a impulsi, nota anche come IOS – spiega Napolitano – è un esame che si esegue in ambulatorio. Non richiede una particolare collaborazione da parte del paziente che deve semplicemente respirare attraverso un boccaglio tenendo le mani sulle guance in modo che queste non si gonfino. Un gesto semplice, respirare in un tubo, ma molto rivelatore. Infatti, grazie ad un algoritmo, possiamo valutare qual è la resistenza dell’aria quando passa per le vie respiratorie. In pratica ci dice se ci sono delle ostruzioni e, cosa ancora più importante, se la funzione respiratoria delle vie aeree più periferiche, e cioè dei bronchi di diametro più piccolo, i primi ad essere interessati e soprattutto i più difficili da raggiungere, sono oggetto di ostruzione e quindi infiammazione”.
Come evitare patologie croniche
Individuare precocemente la presenza di questo problema può davvero fare la differenza. Questo sia per conoscere in maniera precoce il danno funzionale delle vie aeree più periferiche ed evitare che le malattie diventino croniche. E ancora per monitorare l’efficacia reale delle terapie e quindi adattarle al meglio alla risposta del paziente. Questo esame è complementare ad altri esami diagnostici, non sostitutivo. Il suo valore aggiunto è proprio nell’essere un elemento di integrazione e di supporto per arrivare più velocemente possibile ad un quadro generale delle condizioni respiratorie del paziente».
La prevenzione primaria
La prevenzione primaria e l’adeguamento degli stili di vita possono essere un fattore importante di difesa. “Modificare alcune nostre abitudini può contribuire a difendere il nostro apparato respiratorio dall’inquinamento – conclude Napolitano -. Ad esempio monitorare la qualità dell’aria da fonti attendibili, limitare le attività all’aperto nei periodi un cui i livelli di inquinamento sono più alti ed evitare, se possibile, le ore di punta, solitamente caratterizzate da maggior traffico. Anche l’utilizzo della mascherina, con cui abbiamo “familiarizzato” a causa del Covid-19, è un metodo efficace per filtrare l’aria che respiriamo. Consiglio ovviamente aree verdi e parchi, o comunque zone lontane dalle arterie più trafficate, per l’attività outdoor e una dieta ricca di antiossidanti provenienti da frutta e verdura per aiutare l’organismo a combattere possibili infiammazioni causate dall’esposizione a inquinanti”.
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