Le “Forbici Atomiche”: la soluzione di Oxford per l’inquinamento da plastica

I ricercatori dell’Università di Oxford hanno sviluppato una nuova tecnologia chiamata “Forbici Atomiche” per affrontare la crisi della plastica. Il finanziamento di quasi 500.000 dollari erogato da Innovate UK ha reso possibile la realizzazione del progetto di Repolywise. Quest’ultima è una startup tecnologica rivoluzionaria con la missione di gestire le grandi quantità di plastica prodotte a livello globale, che ammontano a 330 miliardi di chilogrammi all’anno, rendendo il riciclo una sfida complessa.

Innovate UK, l’agenzia britannica per la ricerca e l’innovazione, ha assegnato una sovvenzione di 494.000 dollari per sostenere questo progetto, che mira a migliorare i processi di crescita, commercializzazione e innovazione nel trattamento della plastica.

Bryan Ng, fondatore e CEO di Repolywise, ha spiegato: “La nostra tecnologia delle Forbici Atomiche rappresenta una svolta cruciale nella lotta contro la crisi dei rifiuti di plastica. Trasformando le plastiche difficili da riciclare in materie prime di valore, non stiamo solo riducendo i rifiuti, ma stiamo anche abilitando un’economia circolare che ridefinisce il modo in cui produciamo e riutilizziamo la plastica per un futuro sostenibile.”

Come funzionano le “Forbici Atomiche”

Il processo dietro questa innovazione utilizza l’idrocracking, un sistema che scompone i rifiuti plastici a livello atomico. Questo metodo è altamente efficiente e permette una degradazione plastica ad alto rendimento. La tecnologia di Repolywise converte la plastica di scarto in propano, una sostanza base per la produzione di nuovi materiali plastici, tramite un processo a singolo passaggio che coinvolge calore, idrogeno e un catalizzatore.

Il propano ottenuto viene successivamente venduto all’industria petrolchimica, dove viene trasformato per produrre materiali di alta qualità come il polietilene (PE) e il polipropilene (PP).

Dalla ricerca alla produzione su scala commerciale

Sebbene le Forbici Atomiche rappresentino un’avanguardia nel settore delle tecnologie climatiche, la sfida attuale è il passaggio alla produzione su scala industriale. Attualmente, il laboratorio di Oxford può processare solo piccoli lotti da due grammi. Ma grazie al finanziamento ottenuto, il progetto si sta espandendo e punta a raggiungere una capacità di due chilogrammi nella fase successiva.

Con ulteriori finanziamenti, Repolywise prevede di arrivare a una produzione commerciale su scala di due tonnellate. Grazie ai metodi altamente selettivi, questo processo tecnologico offre costi ridotti rispetto ad altri metodi di riciclo chimico a bassa efficienza e alti costi.

Innovate UK: Il supporto alla ricerca contro l’inquinamento da plastica

Innovate UK ha investito oltre 26 milioni di dollari per sostenere progetti di ricerca che affrontano la crisi della plastica. Tra le iniziative sostenute vi sono:

• Soluzioni per ridurre la contaminazione da plastica nei film agricoli.
• Analisi delle fonti di inquinamento plastico in Indonesia.
• Studio dell’inquinamento costiero in Vietnam e il suo impatto su acquacoltura e turismo.
• Valutazione degli effetti della plastica sulla salute umana e sull’ambiente a livello globale.

Sir Duncan Wingham, presidente del Natural Environment Research Council, ha dichiarato: “L’inquinamento causato dai rifiuti plastici è una delle sfide ambientali più grandi del mondo, e il nostro investimento di 20 milioni di sterline è un passo cruciale per aiutare i ricercatori a sviluppare soluzioni realistiche e sostenibili.”

Questa combinazione di ricerca scientifica e impegno tecnologico rappresenta una speranza concreta per la riduzione dell’inquinamento plastico e il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite.