Sos acque sotterranee. Di cosa dobbiamo preoccuparci
Sos acque sotterranee. Lo ha lanciato Maria Clementica Caputo del Cnr-Irsa, in occasione del congresso nazionale congiunto della Società geologica italiana e Società italiana di mineralogia e petrologia.
“A livello globale – ha spiegato – le acque sotterranee, che rappresentano la principale fonte di approvvigionamento umano per uso sia potabile che irriguo, sono fortemente minacciate a causa dello sfruttamento eccessivo. Ma anche dell’inquinamento, dell’intrusione marina e degli effetti del cambiamento climatico. In tale contesto la zona insatura, che è la porzione di sottosuolo compresa tra il piano campagna e la profondità di rinvenimento della falda idrica, ha un ruolo cruciale nei processi che regolando il flusso dell’acqua nonché il trasporto dei contaminanti da essa veicolati, condizionando fortemente lo stato quali-quantitativo delle risorse idriche sotterrane”.
Le acque sotterranee sono minacciate dallo sfruttamento eccessivo.
In che modo si può intervenire? “Approfondimenti sperimentali – risponde Maria Clementica Caputo attraverso tecniche innovative, finalizzati alla comprensione di tali processi e alla quantificazione dei meccanismi che li governano nonché alla valutazione del rischio potenziale per la salute umana, costituiscono il migliore approccio per prevenire, contenere o contrastare il degrado delle falde idriche, risorsa pregiata e preziosa per la vita sul pianeta. Le nuove frontiere della conoscenza in questo ambito mirano a fornire strumenti metodologici in grado di valutare, ma soprattutto di modulare, le pressioni antropiche al fine di minimizzare l’impatto sull’ambiente e sulla salute umana con conseguenti ricadute sociali ed economiche”.
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