Stoviglie usa e getta o riutilizzabili? Cosa rivela l’indagine di Legambiente
Legambiente ha analizzato 317 stoviglie presentate come “riutilizzabili”, rivelando gravi carenze informative: il 38% dei prodotti non indica il numero massimo di lavaggi consigliati e solo l’8% riporta informazioni coerenti su lavastoviglie e microonde. Il 35% dei prodotti ha certificazioni, ma nel 70% dei casi non riguardano la riutilizzabilità.
Un mercato poco chiaro
A tre anni dall’entrata in vigore della Direttiva Sup sulla plastica monouso, Legambiente ha condotto l’indagine “Usa&Getta o Riutilizzabile? Facciamo Chiarezza!”, evidenziando criticità che mettono a rischio la riduzione dei rifiuti plastici e la filiera delle bioplastiche.
Secondo Legambiente, molti prodotti etichettati come “riutilizzabili” vengono di fatto utilizzati una sola volta e poi smaltiti come quelli usa e getta. Questa situazione contraddice gli obiettivi della normativa europea e ostacola lo sviluppo di alternative sostenibili.
Risultati dell’indagine
L’analisi ha coinvolto stoviglie di 70 marchi, acquistate in oltre 60 punti vendita. I dati principali emersi:
- Il 38% dei prodotti non indica la durata in termini di lavaggi massimi.
- Solo l’8% specifica la compatibilità con lavastoviglie e microonde.
- Il 25% non chiarisce se possono essere lavati in lavastoviglie e, dove indicato, nel 60% dei casi manca la temperatura consigliata.
- Il 30% dei prodotti indica l’uso in microonde, ma nel 43% dei casi non riporta la temperatura massima consentita.
- Il 35% dei prodotti ha certificazioni, ma solo il 30% di queste riguarda la resistenza al lavaggio.
- 19% dei prodotti non fornisce indicazioni sul corretto smaltimento.
Origine e materiali
L’83% dei prodotti analizzati è di origine europea, di cui il 77% italiano, ma spesso manca un’indicazione chiara sulla provenienza. Il 56% è realizzato in polistirene (PS06), il 32% in polipropilene (PP05), e il 5,7% non riporta il materiale utilizzato.
L’appello di Legambiente al Governo
Legambiente chiede un intervento normativo per:
- Definire il concetto di “riutilizzabile” nella legislazione italiana.
- Stabilire regole chiare per l’etichettatura con informazioni trasparenti per i consumatori.
- Monitorare il mercato, quantificando la riduzione dei prodotti monouso e il reale riutilizzo delle stoviglie.
“La vendita di stoviglie definite riutilizzabili, ma di fatto usa e getta, è un paradosso che contraddice la Direttiva Sup e danneggia la filiera delle bioplastiche” – dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente.
Stoviglie riutilizzabili o usa e getta?
L’indagine di Legambiente evidenzia una zona grigia nel mercato delle stoviglie “riutilizzabili”. Una regolamentazione chiara e controlli più stringenti sono necessari per garantire un’effettiva riduzione della plastica monouso e una maggiore trasparenza per i consumatori.
Share this content: