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Tempesta Boris fa già 16 morti: perché così tanti danni?

Tempesta Boris fa già 16 morti: perché così tanti danni?

Sale ancora il bilancio delle vittime delle grandi alluvioni causate dal maltempo che ha colpito l’Europa centrale, dalla Romania all’Austria. Sono già almeno 16 le persone che hanno perso la vita a causa di Boris: si tratta della peggior tempesta che ha colpito l’Europa dal 1997.

Le vittime della tempesta Boris in Europa centrale

La tempesta Boris si è formata il 12 settembre e ha provocato l’esondazione di vari fiumi. Le zone in cui si è abbattuta con maggior forza sono, ad oggi, la regione di confine tra la Polonia e la Repubblica Ceca, in particolare lungo il corso del fiume Oder, e la regione di Galati, Vaslui e Iasi, nell’est della Romania. Secondo le previsioni meteo, le piogge continueranno e potrebbero interessare anche la Slovacchia e l’Ungheria, lungo il corso del Danubio, e alcune zone della Germania meridionale e orientale, in particolare lungo l’Elba.

Il maggior numero di morti è stato registrato in Romania, dove sei persone hanno perso la vita. Le precipitazioni hanno fatto inondare i campi di circa 6mila aziende agricole e più o meno 300 persone sono state evacuate. In Polonia, le vittime certe sono cinque. Il forte maltempo ha colpito anche l’Austria, provocando la morte di tre persone tra cui un vigile del fuoco deceduto mentre cercava di prestare soccorsi. Due persone sono state trovate annegate nelle loro case. Anche la Repubblica Ceca registra una vittima ma è probabile che nelle prossime ore il numero dei morti aumenterà. A Jeseník, dove ormai l’acqua si sta ritirando, tre persone sono state trascinate via dall’acqua. Complessivamente, in Repubblica Ceca ci sono 7 dispersi.

Perché è così forte?

Ecco i motivi per cui la tempesta Boris si è formata ed è riuscita a raggiungere una così forte intensità. Stiamo parlando, infatti, di due fenomeni atmosferici diversi. Il primo è la mescolanza di aria fredda proveniente dal Nord Europa, quella che la scorsa settimana aveva fatto precipitare le temperature in Italia facendoci ricorrere a sciarpe, cardigan e maniche lunghe. Aria molto umida proveniente dal mar Mediterraneo e dal mar Nero, le cui temperature estive altissime hanno causato una forte evaporazione. Il secondo è un’area di bassa pressione – quella associata alle precipitazioni – che è rimasta bloccata sull’Europa centrale, perché era circondata sia a est che a ovest da zone di alta pressione.

Per questo, da un lato le condizioni meteorologiche hanno causato una stabilità della tempesta sulle stesse aree e dall’altro le alte temperature delle settimane precedenti hanno provocato una particolare intensità delle precipitazioni.



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Fondo per le emergenze in Austria, calamità naturale in Polonia

Anche nel nord-est dell’Austria ci sono stati dei danni a causa delle alluvioni e delle forti piogge. E si prevede, purtroppo, che la situazione possa peggiorare. Circa 1.100 case sono state evacuate.

Gran parte di Vienna è stata protetta dall’esondazione del Danubio grazie a un canale, il Donau Kanal. Per far fronte ai danni, il cancelliere austriaco Karl Nehammer ha messo a disposizione un fondo per le emergenze del valore di 300 milioni di euro. “Se ce ne sarà bisogno, il fondo verrà aumentato” ha affermato su ‘X’. La Polonia ha invece introdotto uno ”stato di calamità naturale” di 30 giorni, come ha annunciato l’ufficio del primo ministro su ‘X’. Inoltre, il primo ministro polacco Donald Tusk ha dichiarato che il Paese ha stanziato 260,31 milioni di dollari per aiutare le vittime delle inondazioni.

I livelli d’acqua crescono in Germania

Il primo ministro ceco, Petr Fiala, ha descritto una situazione ”difficile” nel suo Paese. I problemi maggiori, ha detto, sono nella Boemia meridionale. Agli abitanti di Ostrava è stato chiesto di non recarsi in città.

Anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è detto pronto ad aiutare i vicini europei colpiti dalle alluvioni. Ha inoltre affermato che i livelli dell’acqua in Germania stanno aumentando e che la situazione viene monitorata attentamente.

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