Tesla sotto accusa per inquinamento
La fabbrica della Tesla a Fremont, in California, è nuovamente sotto accusa per presunto inquinamento durante le sue fasi produttive. Due anni fa, l’Agenzia Federale per la Protezione Ambientale (EPA) ha sanzionato l’impianto produttivo. E ora è stato citato in giudizio da un’organizzazione ambientalista per violazione del Clean Air Act.
L’Environmental Democracy Project ha presentato la denuncia presso il tribunale federale di San Francisco. L’organizzazione accusa la fabbrica, e quindi Tesla, di continuare a non rispettare le normative contro l’inquinamento. L’organizzazione sostiene che l’impianto abbia violato la legge “centinaia di volte dal gennaio 2021, emettendo inquinamento dannoso nei quartieri circostanti lo stabilimento”. Si parla di esposizione a “quantità eccessive” di particelle inquinanti, tra cui “ossidi di azoto, arsenico, cadmio e altre sostanze chimiche”.
Una situazione legale complicata
L’Environmental Democracy Project chiede alla magistratura un’ingiunzione per fermare l’inquinamento eccessivo. Inoltre, chiede sanzioni fino a 121.275 dollari al giorno per la violazione del Clean Air Act. Questa non è l’unica controversia legale che coinvolge Tesla.
A inizio anno, l’azienda ha accettato di pagare 1,5 milioni di dollari per chiudere un procedimento avviato da 25 contee della California per la presunta malagestione di rifiuti. La Tesla è stata accusata di aver smaltito materiali pericolosi in luoghi non autorizzati e non adeguatamente attrezzati.
Inoltre, il Bay Area Air Quality Management District ha accusato i responsabili della fabbrica di permettere “emissioni senza sosta” a Fremont, basandosi su 112 avvisi di violazione ricevuti dal 2019. Si sospetta che l’inquinamento sia causato da macchinari spesso guasti, soprattutto nel reparto verniciatura, e non riparati. L’ente regolatore punta a ottenere un ordine esecutivo che obblighi l’azienda ad apportare modifiche sostanziali alle attività e ai processi produttivi della fabbrica.
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