Tossicità del glifosato nelle acque: cosa rivela il rapporto ANSES rimasto “nascosto”
Continua a preoccupare il glifosato: dopo le ultime indagini che mostrano una contaminazione diffusa nelle acque italiane, oltre che in molteplici alimenti, un nuovo rapporto ANSES, tenuto “nascosto” per anni, rivela “test insufficienti” per un’appropriata valutazione della sua tossicità.
Il rapporto “nascosto” dell’ANSES
Dopo otto anni dalla sua redazione, grazie all’azione legale intrapresa dal giornale Le Monde, l’ANSES (l’Agenzia francese per la sicurezza alimentare, ambientale e sanitaria sul lavoro) ha finalmente pubblicato un rapporto sul glifosato.
Tenuto “nascosto” fin dal 2016, il rapporto voluto dalla stessa Agenzia, si concentra sulla genotossicità dei prodotti contenenti l’erbicida, ossia la loro capacità di danneggiare il DNA e causare mutazioni cancerogene.
Secondo Générations Futures e il network di associazioni ambientaliste PAN Europe, nonostante fosse prossimo alla conclusione, il documento è stato “insabbiato” dall’ANSES, che ha oggi deciso di rendere pubblico nel “nome della trasparenza”.
Tuttavia, come fanno notare ancora le associazioni, la pubblicazione arriva proprio il giorno prima dell’udienza in tribunale contro il giornale francese.
Tuttavia, questa ha giustificato la mancata pubblicazione affermando che la questione relativa alla valutazione della genotossicità dei prodotti a base di glifosato era stata affrontata e risolta a livello europeo.
Sebbene la Commissione europea a novembre 2023 abbia rinnovato l’autorizzazione all’utilizzo del glifosato per altri 10 anni, “questo è solo in parte vero, – denunciano da Pan Europe – le preoccupazioni riguardanti il potenziale genotossico dell’erbicida più ampiamente utilizzato e delle sue formulazioni in Europa rimangono irrisolte, il che è preoccupante date le significative implicazioni per la salute”.
“Test insufficienti” per valutare i danni del glifosato sul DNA
Dal rapporto emergono significative carenze nei test utilizzati per valutare la genotossicità delle formulazioni a base di glifosato, rinnovando i dubbi sulla sicurezza dell’erbicida.
Come spiega ancora l’associazione ambientalista francese Générations Futures, gli esperti raccomandavano di condurre una serie di test, tra cui 2 test in vitro e un test “delle comete” in vivo, per valutare in modo sicuro e affidabile la genotossicità delle formulazioni a base di glifosato. Tuttavia, secondo la metodologia europea, sono richiesti solo 2 test in vitro e il test in vivo delle comete non viene mai effettuato.
“Ciò significa che i prodotti a base di glifosato sono stati autorizzati a partire dal 2017 senza che il test delle comete fosse mai stato effettuato”, scrivono ancora questi.
Inoltre, la relazione dell’ANSES, mostra che alcuni esperti del panel nutrono seri dubbi sulla genotossicità dei prodotti pesticidi formulati a base di glifosato, affermando inoltre che i test richiesti e condotti non consentono di escludere completamente il rischio di genotossicità di questi prodotti. Al contrario, il parere divergente di un esperto (contenuto in Appendice 7) indica che “un insieme di risultati convincenti rappresenta un vero allarme su un effetto genotossico indotto da diverse formulazioni”.
La condanna e le richieste di Générations Futures
La risposta dell’associazione ambientalista francese Générations Futures non si è fatta attendere. Questa, che denuncia la pubblicazione tardiva del rapporto, chiede che vengano effettuati i nuovi test sugli erbicidi a base di glifosato prescritti nel documento “nascosto” finora e la sospensione dell’autorizzazione europea al glifosato in attesa dei risultati delle analisi.
François Veillerette, portavoce dell’associazione, ha infatti dichiarato:
“Générations Futures protesta contro la pubblicazione molto tardiva di questo documento, che ha permesso di effettuare in Europa una valutazione a basso costo della genotossicità dei prodotti a base di glifosato fino ad ora. Chiediamo al governo francese, alla Commissione europea e all’Efsa di prendere immediatamente in considerazione le principali raccomandazioni di questo rapporto, in particolare riguardanti i test di genotossicità, per riesaminare con urgenza la riautorizzazione appena concessa al glifosato per 10 anni, che deve essere sospesa in attesa dei risultati di questi nuovi test.”
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