Troppo caldo, rientro a scuola tra le polemiche per migliaia di studenti
Tra pochi giorni inizia il nuovo anno scolastico, migliaia di studenti e insegnanti italiani si trovano a dover affrontare non solo il ritorno sui banchi di scuola, ma anche il caldo torrido che caratterizza questa fine d’estate. Molti temono l’impatto delle alte temperature, accentuate dai cambiamenti climatici, sulla qualità della vita scolastica. Le aule non sono sufficientemente attrezzate e mancano infrastrutture e servizi per facilitare l’apprendimento dei giovani. Le critiche e le richieste di intervento si moltiplicano, vanno dal Codacons al Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (Cnddu) e altre associazioni.
Il Codacons e l’allarme sulle classi “bollenti”
Il Codacons ha sollevato il problema della mancanza di aria condizionata nelle scuole italiane, evidenziando come solo il 6% degli edifici scolastici sia dotato di sistemi di climatizzazione adeguati. Questa carenza pone seri interrogativi sulla capacità delle scuole di gestire le ondate di caldo, che secondo le previsioni diventeranno sempre più frequenti e intense a causa del cambiamento climatico. L’organizzazione ha chiesto al Ministero dell’Istruzione di intervenire con urgenza, sottolineando che senza interventi strutturali, il rischio per la salute di studenti e insegnanti potrebbe aumentare notevolmente nei prossimi anni.
Il Cnddu e la proposta di slittamento del calendario scolastico
Parallelamente, il Cnddu ha proposto di posticipare l’inizio dell’anno scolastico a ottobre per evitare le temperature ancora elevate di settembre. Secondo il Coordinamento, la presenza di circa 16.000 climatizzatori nelle scuole italiane, prevalentemente collocati negli uffici amministrativi, non è sufficiente a garantire un ambiente di apprendimento confortevole per tutti gli studenti. Il Cnddu ha quindi suggerito non solo l’installazione di nuovi sistemi di climatizzazione nelle aule più esposte, ma anche l’adozione di soluzioni alternative come l’isolamento delle vetrate.
Sostegni e critiche alla proposta del Cnddu
La proposta del Cnddu ha ricevuto il sostegno di figure come Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, che considera irragionevole iniziare le lezioni a metà settembre in un contesto di cambiamenti climatici che richiede un ripensamento del calendario scolastico e delle modalità operative della pubblica amministrazione. Il Coordinamento ha anche consultato esperti del settore pediatrico e pedagogico per valutare i rischi legati al caldo per studenti vulnerabili e insegnanti spesso anziani.
Le famiglie e le loro preoccupazioni
Dall’altro lato, molte associazioni di genitori si oppongono all’idea di un ulteriore allungamento delle vacanze estive. Tre mesi di chiusura scolastica sono già considerati problematici per molte famiglie, che devono affrontare alti costi per i centri estivi e difficoltà nel conciliare lavoro e vita familiare. Diverse petizioni, alcune con migliaia di firme, evidenziano come una pausa estiva prolungata possa amplificare le disuguaglianze tra studenti, con un impatto negativo sulle loro competenze cognitive e sociali.
La necessità di interventi coordinati
La crescente polemica riflette la necessità di un intervento coordinato che affronti le sfide poste dal cambiamento climatico alle scuole italiane. Mentre si cercano soluzioni a breve termine per far fronte al caldo, è evidente che una pianificazione a lungo termine è essenziale per garantire ambienti scolastici sicuri e sostenibili. Il Ministero dell’Istruzione è chiamato a rispondere a queste richieste, bilanciando le esigenze di protezione della salute con quelle di continuità didattica e organizzazione familiare.
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