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Trump e il rifiuto della giustizia climatica: gli USA si oppongono al tribunale dell’Aia

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Trump e il rifiuto della giustizia climatica: gli USA si oppongono al tribunale dell’Aia

Mentre il mondo affronta disastri climatici sempre più devastanti, gli Stati Uniti di Trump, il più grande emettitore storico di gas serra, hanno espresso la propria opposizione a qualunque obbligo legale che vincoli i Paesi a combattere la crisi climatica. Questa posizione, sostenuta durante un’udienza storica presso la Corte internazionale di giustizia (ICJ) dell’Aia, ha suscitato indignazione tra attivisti e nazioni vulnerabili, che chiedono giustizia e responsabilità per i danni ambientali causati dai Paesi più ricchi e inquinanti.

La difesa degli USA e la transizione verso la presidenza Trump

Secondo Margaret Taylor, consigliera legale del Dipartimento di Stato, gli accordi attuali come la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e l’Accordo di Parigi del 2015 rappresentano il quadro migliore per affrontare la crisi. Qualunque obbligo aggiuntivo, ha affermato Taylor, dovrebbe essere interpretato in conformità con questi trattati esistenti.

Questa linea di difesa, però, arriva in un momento particolarmente controverso: con l’avvicinarsi della transizione alla presidenza Trump, le preoccupazioni per un ulteriore indebolimento dell’azione climatica negli Stati Uniti sono cresciute. Trump, noto per il suo scetticismo climatico, aveva già durante il suo primo mandato ritirato gli USA dall’Accordo di Parigi, e la sua rielezione pone serie minacce agli sforzi globali per ridurre le emissioni.



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La reazione globale e l’urgenza della giustizia climatica

Le nazioni insulari, guidate da Vanuatu, e altre regioni vulnerabili hanno definito questa posizione un atto di “irresponsabilità storica”. Ralph Regenvanu, inviato speciale di Vanuatu, ha sottolineato che i trattati esistenti non possono essere usati come scusa per l’inazione. “Questi accordi sono essenziali, ma non possono sostituire la responsabilità legale”, ha dichiarato.

Anche attivisti e ONG hanno espresso indignazione. Vishal Prasad, direttore di Pacific Islands Students Fighting Climate Change, ha accusato gli Stati Uniti di continuare a privilegiare i propri interessi economici rispetto ai diritti umani e alla giustizia climatica. Oxfam America ha definito “assurda” la posizione del governo Biden, soprattutto considerando l’imminente ritorno al potere di un leader come Trump.

L’importanza del parere dell’ICJ

Sebbene i pareri della Corte internazionale di giustizia non siano vincolanti, essi hanno un peso politico e legale significativo e potrebbero influenzare i futuri negoziati internazionali e le cause legali sul clima. La richiesta di un parere consultivo da parte dell’ICJ rappresenta un passo cruciale per ridefinire le responsabilità legali degli stati più inquinanti e promuovere azioni concrete contro la crisi climatica.

Il parere dell’ICJ si unisce agli sforzi di altre corti internazionali, come il Tribunale internazionale per il diritto del mare, che quest’anno ha stabilito che i gas serra sono inquinanti sotto il diritto internazionale. Tuttavia, con gli USA di Trump e altri grandi emettitori come Cina e Arabia Saudita che si oppongono alla responsabilità legale, il cammino verso la giustizia climatica rimane in salita.

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