Dopo il vermocane arriva il pesce scorpione a minacciare il Mediterraneo
Sono tante le specie aliene che provano a colonizzare il Mar Mediterraneo con la complicità del riscaldamento delle sue acque.
Dopo il vermocane – o verme di fuoco – che si sta diffondendo nel Sud Italia tra Sicilia, Calabria, Puglia e Campania e l’invasione del granchio blu, arriva il pesce scorpione.
Tra le specie più invasive al mondo, il pesce scorpione, detto anche “lionfish”, è stato avvistato lungo le coste della Sicilia, della Calabria e della Puglia. È un pesce molto bello da vedere ma, allo stesso tempo, è pericoloso a causa delle sue spine velenose e piene di neurotossine. Può provocare numerosi danni ai nostri ecosistemi, minacciando l’esistenza di altre specie marine, come è avvenuto tra il granchio blu e le vongole. Inoltre, il pesce scorpione può dare problemi anche ai bagnanti, nella malaugurata eventualità che ne vengano a contatto.
Come riconoscere il pesce scorpione?
Il pesce scorpione è uno dei pesci tropicali più noti e affascinanti: nuota nel Mar Rosso e nell’Oceano Indiano e Pacifico. Ha poi invaso tutto il Mar dei Caraibi e le coste Atlantiche occidentali. Stiamo parlando di un incredibile predatore: per questo, capace di influenzare negativamente la biodiversità marina costiera. Negli ultimi anni, il pesce scorpione si è rapidamente diffuso nel Mediterraneo orientale tra la preoccupazione degli esperti. Prima in Sicilia, poi in Sardegna e Calabria, così come in Grecia e Croazia.
Dobbiamo preoccuparci?
Secondo Fabio Crocetta, ricercatore della Stazione zoologica Anton Dohrn, “si tratta di osservazioni di singoli esemplari. E non di gruppi di decine di pesci scorpioni in branco, come accade nell’area orientale del Mediterraneo, dove viene osservato con densità rilevanti. Un incontro con la specie nei mari italiani è estremamente improbabile: i vacanzieri possono godersi il mare in assoluta tranquillità”. È vero, però, che “un’ulteriore espansione della specie sempre più a nord è certamente possibile in un prossimo futuro, soprattutto con l’aumento delle temperature. Ed è innegabile che si tratti di una eventualità che suggerirebbe di prestare la massima attenzione alla sua presenza – ammette – trattandosi di una specie in grado di provocare forti ripercussioni sul biota nativo e sull’uomo, soprattutto a causa delle sue spine velenifere”.
Cosa fare se si viene punti dal pesce scorpione?
Il pesce scorpione ha spine molto lunghe e sottili ed è velenoso. Il veleno si mantiene attivo dalle 24 alle 48 ore dopo la morte del pesce. La puntura dà un dolore forte e persistente e si associa a sintomi come nausea, vomito, febbre, convulsioni, difficoltà respiratoria e diarrea. La prima cosa da fare dopo una puntura è rimuovere eventuali spine, disinfettare e immergere appena possibile la parte colpita in acqua molto calda visto che il calore rompe la struttura proteica della tossina riducendo il dolore.
Buono da mangiare, ha ottime proprietà nutritive
Il pesce scorpione, con i giusti accorgimenti, è commestibile ed anche buono da mangiare. Tra le strategie utilizzate per tenere sotto controllo la diffusione di queste specie marine, c’è proprio la pesca. È già entrato da tempo nei menu dei ristoranti greci, ciprioti e turchi. Gli esperti, però, consigliano di mangiarlo in filetti ben cotti e, chiaramente, privi delle spine. Sono saporiti e friabili e si possono fare fritti e insaporiti con erbe e spezie. La carne del pesce scorpione è bianca e soda dal sapore delicato e leggermente dolce: si presta quindi a varie preparazioni in cucina.
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