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Vivere a 20 km da un aeroporto fa ammalare di inquinamento

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Vivere a 20 km da un aeroporto fa ammalare di inquinamento

Vivere a 20 km da un aeroporto peggiora la salute, a causa delle particelle ultrafini (UFP) emesse durante la combustione del carburante per jet. A dirlo, un rapporto commissionato dal think-tank con sede a Bruxelles, Transport and Environment (T&E). La condizione coinvolge quasi 52 milioni di persone in Europa.

L’impatto sulla salute delle particelle ultrafini

Le particelle ultrafini, che sono circa 1.000 volte più piccole di un capello umano, possono penetrare profondamente nel corpo umano a causa delle loro dimensioni ridotte, raggiungendo organi interni. Secondo il rapporto, queste particelle sono collegate a gravi problemi di salute come l’ipertensione, il diabete e la demenza. L’analisi, condotta dalla società di consulenza ambientale CE Delft, ha trovato che l’inalazione di UFP potrebbe essere responsabile di 280mila casi di ipertensione, 330mila casi di diabete e 18mila casi di demenza tra le persone che vivono vicino a 32 aeroporti europei.



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Variabilità della composizione dei carburanti per jet

Il rilascio di UFP varia a seconda della composizione dei carburanti per jet, che possono contenere diversi livelli di composti aromatici e zolfo. I carburanti per aviazione sostenibile, prodotti da materie prime di biomassa, presentano bassi livelli di tali composti, ma nel 2023 rappresentavano solo lo 0,2% del carburante per jet utilizzato.

Raccomandazioni del rapporto

Nonostante l’industria dell’aviazione dipenda ancora dai combustibili fossili, il rapporto raccomanda ai legislatori di richiedere ai carburanti di sottoporsi a un processo di raffinazione chiamato “idrotrattamento”. Questo processo utilizza gas idrogeno per rimuovere le impurità ed è già utilizzato per i carburanti stradali e marittimi. Il processo può ridurre zolfo e aromatici a un costo stimato inferiore a €0,05 al litro, utilizzando meno di 10 kg di idrogeno per una tonnellata di carburante per jet.

Normative e monitoraggio

Sia l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che l’ue riconoscono gli effetti delle UFP sulla salute, secondo CE Delft. La Direttiva sulla Qualità dell’aria Ambiente dell’ue richiede il monitoraggio obbligatorio delle UFP da parte degli Stati membri e identifica gli aeroporti come punti critici di inquinamento atmosferico. Tuttavia, né l’Oms né la Direttiva impongono limiti alla concentrazione di UFP che le compagnie aeree possono emettere.

Appelli ai legislatori

Gli autori del rapporto sollecitano i politici a prendere misure per ridurre il traffico aereo e il suo inquinamento, vietando ulteriori espansioni delle infrastrutture aeroportuali, introducendo limiti ai voli e aumentando la tassazione del settore dell’aviazione. Gli Stati membri dovrebbero anche aumentare i test di concentrazione delle UFP e introdurre obiettivi di riduzione. Inoltre, l’Ue dovrebbe introdurre un nuovo standard per il carburante per jet, riducendo nel tempo i livelli consentiti di zolfo e aromatici nei carburanti.

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