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Zanzare anche in inverno, l’inquinamento ci mette lo zampino

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Zanzare anche in inverno, l’inquinamento ci mette lo zampino

Vi è mai capitato di sentire il ronzio fastidioso di zanzare anche in pieno autunno o, peggio, in inverno? Non è solo una vostra impressione: le zanzare stanno diventando sempre più resistenti ai cambiamenti stagionali. Questo fenomeno, tutt’altro che casuale, ha molto a che fare con il nostro impatto sull’ambiente. In particolare, temperature più miti e inquinamento luminoso stanno alterando i cicli vitali di questi insetti, prolungandone l’attività anche nei mesi freddi.

Quando l’ambiente urbano “inganna” le zanzare

Le città, con il loro incessante via vai di luci e calore, stanno trasformando le regole della natura. L’inquinamento luminoso, per esempio, non solo altera i ritmi del sonno degli esseri umani, ma influisce anche sul comportamento degli animali, zanzare incluse. La luce artificiale può interferire con il fotoperiodo – il ciclo naturale di luce e buio – che tradizionalmente segnala alle zanzare il momento di entrare in quiescenza invernale, nota come diapausa.

Se aggiungiamo a questo le “isole di calore” urbane, cioè quelle zone delle città dove la temperatura rimane più alta rispetto alle aree circostanti, ecco che le zanzare trovano un ambiente favorevole per restare attive anche quando dovrebbero andare “in letargo”.



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Perché è un problema?

Non è solo questione di ronzii fastidiosi o punture indesiderate. Le zanzare sono tra i principali vettori di malattie virali come Dengue, Zika, Chikungunya e Febbre del Nilo Occidentale. Se rimangono attive più a lungo, aumenta anche la possibilità che virus di questo tipo circolino in periodi dell’anno in cui normalmente non li avremmo considerati una minaccia.

In particolare, le specie più diffuse alle nostre latitudini – la zanzara comune (Culex pipiens) e la zanzara tigre (Aedes albopictus) – stanno dimostrando un’incredibile capacità di adattamento. Le prime possono sopravvivere all’inverno come adulti in rifugi riparati, mentre le seconde lo fanno grazie alle uova, che riescono a resistere anche a temperature rigide.

Adattamento o evoluzione?

La scienza ci dice che non si tratta solo di una risposta temporanea, ma di una vera e propria evoluzione. Studi recenti hanno dimostrato che la zanzara tigre sta espandendo il proprio territorio verso nord, mentre le popolazioni urbane di zanzare comuni accorciano la fase di diapausa, adattandosi a inverni sempre più miti.

Un esperimento condotto in laboratorio ha rilevato che l’esposizione a temperature elevate, simili a quelle delle isole di calore, stimola lo sviluppo ovarico e il comportamento alimentare delle zanzare anche in inverno. In altre parole, dove ci sono città calde e illuminate, ci sono più zanzare attive.

Come affrontare il problema?

La convivenza con le zanzare è inevitabile, ma comprendere i loro meccanismi di adattamento è fondamentale per prevenire i rischi per la salute pubblica. Un esempio virtuoso è il progetto “Mosquito Alert”, una rete di citizen science attiva in diversi Paesi europei, che coinvolge cittadini e ricercatori per monitorare la diffusione delle specie invasive e tenere sotto controllo il rischio di malattie trasmesse da questi insetti.

Nel frattempo, ridurre l’inquinamento luminoso e urbano non è solo una questione ambientale, ma anche una strategia per limitare la proliferazione di questi piccoli ma fastidiosi abitanti delle città. Dopotutto, se vogliamo un inverno davvero senza ronzii, dobbiamo iniziare a prenderci cura del nostro pianeta.

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